“In inverno la Croce Rossa mette a disposizione dei locali, ma al momento a Cuneo mancano circa cinquanta posti letto. In gran parte si tratta delle persone che passano la notte nel sottopassaggio del Movicentro”. A parlare è Giovanni Fenocchio, conosciuto dai più come 'Giangi', referente Caritas per il servizio mensa. Insomma, uno che i problemi di chi non sa se si addormenterà guardando le stelle o sotto le intemperie, li conosce bene. Paradossalmente d'inverno, per i senzatetto, è più semplice trovare un posto dove dormire, grazie all'intervento della C.R.I.. L'associazione Papa Giovanni gestisce nove posti letto, favorendo una turnazione mensile, ma è troppo poco. Il problema rimane attuale. Passare, in tarda serata nei pressi della Stazione di Cuneo può aiutare a farsi un'idea della gravità della situazione.
E se avere un tetto dove dormire è un'incertezza, immaginarsi il poter mettere qualcosa sotto i denti. Ogni giorno sono un centinaio i pasti che 'Giangi', con l'ausilio di tanti volontari, serve ai più bisognosi . La distribuzione gratuita si svolge nel centro 'Claudio Massa', in D'Azeglio, unica struttura che fornisce un servizio simile nel capoluogo della Granda. Le situazioni con le quali hanno a che fare i duecento volontari che dedicano il loro tempo alla causa sono le più varie, spiega Fenocchio: “Ogni giorno abbiamo a che fare con casistiche differenti, da persone senza fissa dimora stanziali, che mangiano sempre da noi, fino a coloro che in questo momento stanno facendo la stagione della frutta e vengono solamente a cenare, perché durante il giorno sono impegnate nei campi”.
La Caritas si procura il cibo da distribuire grazie al Comune di Cuneo e all'Amos che, con formule diverse cercano di aiutare l'associazione di volontariato, la quale fornisce quotidianamente pranzo e cena.
Le regole sono però molto chiare, per evitare che qualcuno approfitti della situazione: alla prima richiesta viene consegnata una tessera con venti 'buoni pasto', finiti quelli è obbligatorio recarsi al Punto d'ascolto Caritas, di modo che questo accerti l'effettiva indigenza dei soggetti indicati. Un'altra regola ferrea: senza documento non si mangia. Una rigidità necessaria: “Per ogni pasto che distribuiamo, potrebbe esserci una persona che rimane a digiuno, per questo motivo dobbiamo controllare”.