"Leggo con stupore le dichiarazioni dell’onorevole Chiara Gribaudo in merito alla riapertura della linea ferroviaria Cuneo-Limone-Ventimiglia.
Ci sono diversi modi di fare politica nelle fasi emergenziali e mi sembra che Lei abbia deciso, a differenza di colleghi anche del suo stesso partito, di farlo cercando di individuare responsabili nell’avversario politico, in questo caso la Regione Piemonte, che a suo dire dovrebbe attivare treni di collegamento con il comune di Tenda.
Non le sfuggirà, Onorevole, che la infrastruttura ferroviaria non è di proprietà regionale, ma soprattutto che ci sono tecnici di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) che da giorni stanno lavorando senza sosta e con poco ausilio dei colleghi francesi. Siamo in attesa di comprendere quali siano le possibilità di riapertura fino a Tenda, ma soprattutto dell’intera tratta.
É bene sapere che lunedì 5 ottobre il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha richiesto al Ministero Infrastrutture e Trasporti la convocazione urgente della Conferenza Intergovernativa Italia Francia per affrontare tutti i temi legati ai collegamenti di quei territori. La Regione Piemonte ha chiesto a Rfi di valutare la capacità complessiva della linea, cioè quanti treni potranno circolare sull’intera tratta non appena sarà riaperta: lo studio ha portato ad un’ipotesi di circa 5/6 coppie di treni giorno.
Inoltre, ci siamo attivati, in accordo con il sindaco di Limone Piemonte, con Mercitalia (Gruppo FS) per approfondire il tema del trasporto auto tramite vagoni merci, proprio per avere a disposizione tutti gli scenari possibili. Come vede non facciamo comunicati stampa ad ogni incontro operativo, piuttosto ci preoccupiamo di lavorare senza sosta per ridare una speranza a quei territori.
Non ho volutamente scaricato la responsabilità su nessun Ministero perché in questo momento non giova a nessuno, ma visto che Lei ha partecipato ai lavori della Commissione Ambiente per l'audizione al capo della protezione civile Angelo Borrelli mi piacerebbe sapere se ha richiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il motivo per cui sul fondo emergenza nazionale residuano solo pochi milioni di euro, se ha sollecitato il Governo a rimpinguare quel capitolo di bilancio e se ha chiesto come mai i finanziamenti delle urgenze e dei danni ai privati (richieste per 550 milioni) degli eventi di ottobre novembre 2019 non sono ancora stati, a distanza di un anno, pagati.
Le garantisco che il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, con il quale collaboriamo quotidianamente, ha ben chiaro quali siano gli interventi da finanziare, ma senza stanziamenti di bilancio rimangono solo buoni intenti".