Nel periodo aprile-giugno 2020 la produzione industriale della nostra provincia ha registrato una flessione del 13,3% rispetto al corrispondente periodo del 2019.
Dall’indagine congiunturale, realizzata in collaborazione con il sistema camerale piemontese, emerge come, nel periodo aprile-giugno 2020, l’impatto dell’emergenza Covid, pur inferiore al dato regionale (-15,3%) si sia mostrato con forza anche nella Granda con un calo del 13,3%, più che quadruplicato rispetto al valore registrato nel precedente trimestre (2,7%). Alla diminuzione dei volumi produttivi si accompagnano le performance negative di tutti gli indicatori congiunturali analizzati. I nuovi ordinativi si contraggono del 10,2% sia sul mercato domestico sia su quello estero, il fatturato complessivo registra il -12,4%,
mentre la componente estera il -9,0%. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 55,42%.
“Il secondo trimestre dell’anno ci consegna un’immagine dell’operatività delle imprese manifatturiere della provincia a tinte cupe. Nonostante il segno negativo di tutti gli indicatori, tuttavia, l’alimentare continua a registrare segni positivi, mentre gli altri settori, in particolare il tessile e la meccanica, sono in evidente sofferenza - sottolinea il presidente Mauro Gola -. Il sistema imprenditoriale cuneese, forte di una consolidata resilienza maturata in passato, in questa occasione deve trovare negli attori del territorio, nelle politiche nazionali e locali il sostegno necessario ad invertire la tendenza per garantire occupazione, sostenibilità e sviluppo”.
Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla 195ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di luglio 2020 con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2020 e ha coinvolto 1.719 imprese industriali piemontesi, di cui 250 cuneesi.
Disaggregando i dati relativi all’andamento della produzione in base al comparto di appartenenza, si evidenzia un andamento positivo per le sole industrie alimentari (+1,8%) mentre il resto delle realtà produttive sono contraddistinte dal segno meno. Le industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature registrano la flessione più significativa (-35,7%), le industrie metalmeccaniche si attestano al -24,0% e le altre industrie manifatturiere al -15,1%. L’analisi della dinamica della produzione industriale per classe di addetti mostra come siano le realtà di dimensioni maggiori (oltre 250 addetti; -33,4%) a scontare una contrazione più significativa in termini di output prodotto, seguite dalle micro aziende (meno di 9 addetti; -14,5%), dalle piccole imprese (10-49 addetti; -6,9%) e, per chiudere, con le medie imprese (50-249 addetti; -6,8%).