Se dovessimo credere che “chi entra papa in conclave ne esce cardinale”, per Federico Borgna in corsa verso la presidenza di Fondazione CRC non sarebbe una buona notizia. Da mesi, ormai, si mormora che quello sia il “bersaglio grosso” a cui punta l’ex sindaco di Cuneo.
Tant’è che Giancarlo Boselli (Indipendenti) ipotizza un vero e proprio do ut des alla base dell’investitura di colei che gli è succeduta, Patrizia Manassero: “Ci sono politici che vanno in giro a dire che la presidenza della Fondazione spetterebbe all’ex sindaco Borgna, in virtù di un accordo con l’attuale sindaca. Se così è stato, lo capiremo tra poco”. L’ex vice di Valmaggia ha messo la questione sul tavolo nell’ultima seduta del Consiglio comunale, chiedendo se Borgna sia o no il candidato “di bandiera” su cui punterà la giunta.
La risposta della sindaca non è né un sì, né un no. C’è però un punto su cui Manassero si sofferma: “La candidatura a presidente non è di facile costruzione. Quello che penso è che non sarebbe utile la contrapposizione per ragioni politiche”. Aleggia dunque lo spettro del “presidente super partes”, un grande classico in questo genere di consultazioni: profilo che volendo potrebbe corrispondere proprio a quello di Borgna, centrista per antonomasia e non troppo sgradito nemmeno dal centrodestra locale (almeno ai tempi in cui era anche presidente della Provincia). Ma non solo. Per adesso, se si vuol dare retta alle dichiarazioni ufficiali, la questione dei nomi non sarebbe ancora stata posta: “Entro fine anno la Fondazione scriverà agli enti titolati a nominare, dopodiché partiranno i bandi: a Cuneo spettano in questa occasione due nomine, una maschile e una femminile”.
Il primo passo in ogni caso è l’audizione dell’attuale presidente, ovvero Ezio Raviola. Audizione che si terrà in conferenza dei capigruppo - dunque a porte chiuse - e non in commissione come avrebbe voluto Boselli. “Non capisco perché non possa essere ascoltato pubblicamente” ribadisce il consigliere nella sua replica: “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”, per citare il sommo poeta. Dalle opposizioni, in ogni caso, giunge la richiesta di un coinvolgimento dell’assemblea cittadina nelle nomine: “La questione della Fondazione non può essere trattata solo al di fuori del Consiglio comunale come è stato in passato” ammonisce il civico di destra Beppe Lauria. Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) dal canto suo puntualizza: “Non ci si candida alla presidenza della Fondazione ma al Consiglio generale, che poi nominerà il presidente: se c’è stata una campagna preventiva, la cosa è grave”.
È inevitabile comunque che il grosso delle trattative si svolga in camera caritatis, così come già si sa che gli equilibri territoriali saranno dirimenti: la presidenza, ricorda la sindaca, vede una sua storica turnazione tra Alba, Mondovì e Cuneo. Passato il turno del monregalese Raviola, dovrebbe toccare a Cuneo: “Quindi - ammette la prima cittadina - si sta lavorando su nomi di cuneesi portatori di competenze e conoscenze del territorio”. Forse, viene da aggiungere, senza fare i conti con lo spauracchio più temuto, cioè l’approdo alla presidenza di un albese: i nomi spendibili non mancherebbero, compreso quello di Giuliana Cirio, apprezzatissima nel ruolo di direttore di Confindustria Cuneo, ma anche sorella del presidente della Regione Alberto (difficile dire, per ora, se questo l’avvantaggerebbe più di quanto possa danneggiarla).
Cuneo, va da sé, vuole un cuneese alla testa della sua “cassaforte”, che poi è anche la settima fondazione di origine bancaria in Italia per potenza finanziaria. Ma chi? Contro l’ipotesi Borgna si scaglia Boselli: “Non credo sia opportuna una sua candidatura, non perché non abbia i requisiti ma per ciò che ha rappresentato nel passaggio dalla sua amministrazione all’attuale. È stato l’artefice della scelta sulla tettoia Vinaj e dell’alienazione dei terreni del Miac: non dovremmo affidare il futuro della Fondazione a chi ha combinato questi disastri”. Per ora siamo ai primi scambi di colpi, ma il match deve ancora iniziare.