Con decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, lo scorso 23 febbraio sono stati determinati i Comuni a cui spetta il contributo per investimenti relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio e per interventi di messa in sicurezza e dissesto idrogeologico. In particolare, per l’anno 2021 i contributi in questione ammontano complessivamente a un miliardo e 850 milioni di euro e possono essere elargiti nel limite massimo di 5 milioni di euro per i Comuni con popolazione superiore a 25 mila abitanti. Il decreto interministeriale riporta tra gli allegati l’elenco di circa 9 mila opera pubbliche per le quali le richieste sono pervenute nei termini previsti: si legge che il Comune di Cuneo ha richiesto, nei termini del 15 settembre 2020, un contributo di 5 milioni di euro a fronte di un costo complessivo di 8,3 milioni di euro. Il finanziamento, però, è stato negato, con motivazione "Cup non conforme al DM del 5 agosto 2020".
“La stragrande maggioranza dei Comuni della provincia è stata invece ammessa ai contributi”, scrivono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Silvia Cina e Manuele Isoardi, che hanno presentato un’interrogazione sul tema: “Inoltre, è stato stabilito un ulteriore incremento delle predette risorse di un miliardo e 750 milioni di euro per l'anno 2022, ‘finalizzate allo scorrimento della graduatoria delle opere ammissibili per l'anno 2021’, a cui pare verosimile che il nostro Comune non possa accedere. Altri 450 milioni di euro, infine, sono stati previsti per l’anno 2022 per il finanziamento di una nuova e diversa graduatoria, che sarà adottata a seguito di un’altra procedura, prossimamente da avviare; nel caso il nostro Comune volesse ritentare, sarebbe a stanziamenti decisamente inferiori a quelli per l’anno 2020 e 2021. I costi per la riqualificazione del nostro territorio, da considerare un bene prezioso, sono un investimento che dobbiamo alle future generazioni”.
I due consiglieri pentastellati interrogheranno quindi la Giunta per conoscere “quali fossero gli interventi per i quali era stato richiesto il contributo” e se il Comune “intenda ora realizzare ugualmente gli interventi non finanziati con risorse proprie o se intenda rinunciare ad effettuarli tutti o in parte”.