Oggi vi presentiamo Francesca, diciannovenne buschese, che si è distinta in un campo molto caro ai buschesi: la musica. La giovane violinista infatti si è classificata prima in graduatoria agli esami della sessione autunnale di violino presso il conservatorio Benedetto Marcello di Venezia ed è stata ammessa, perciò, con onore a frequentare il percorso di Alta formazione artistico musicale, ultimo passaggio per l’ambita laurea musicale. Conosciamola meglio.
Parlaci di te. Sono nata nel 1997 e ho da pochissimo compiuto 19 anni. Ho frequentato il Liceo Linguistico di Saluzzo, dove ho scoperto l’amore per le lingue straniere, che sono per me un’inesauribile fonte di conoscenza e scoperta e un importante portale per le culture e le dimensioni che circondano quella italiana. Il più grande supporto nel mio percorso fino ad oggi è arrivato dai miei genitori, e da mio fratello Stefano, che mi sono stati accanto sempre e anche dall’altra parte del mondo hanno saputo trasmettermi continuo sostegno e amore.
Quando hai “scoperto” il mondo della musica? La musica ha sempre fatto parte della mia vita, ma, a differenza di molti altri musicisti che hanno iniziato a studiare ed esercitarsi con uno strumento musicale già a sei-otto anni, non ci sono entrata in contatto in maniera totale sin dall’inizio. Il mio primo vero insegnante di musica è stato mio nonno Federico uno strimpellatore autodidatta con una grande musicalità, un immenso amore per qualsiasi strumento gli capitasse per le mani e una inesauribile pazienza. Passavamo pomeriggi interi sperimentando e componendo al pianoforte e l’unica cosa che rimpiango è di aver iniziato a suonare a livello accademico quando lui non c’era già più, ma mi piace immaginare di vedere il suo sorriso in mezzo al pubblico durante ogni concerto, e nel profondo del cuore credo che in realtà sia sempre sul palco accanto a me. Ricordi le tue prime esperienze? Il mio percorso musicale vero e proprio è iniziato in prima media in un ambiente sereno e di continua scoperta e crescita, quello della sezione E, la classe ad indirizzo musicale. I primi passi (o meglio le prime note sul violino) li ho fatti accompagnata dal professore Alberto Pignata, che sarebbe stato il mio maestro per altri quattro anni, e da compagni fantastici con cui si è da subito creato un legame speciale. Già dalle prime prove d’assieme abbiamo capito quanto attraverso la musica gli animi delle persone si uniscano in una maniera speciale e le soddisfazioni con i gruppi strumentali e l’orchestra non sono mai mancate ai concorsi ed ai concerti in cui ci siamo esibiti. Dopo il difficile passaggio dalle medie alle superiori, in cui ogni singola cosa è cambiata nella mia vita, ho continuato semplicemente ad inseguire quell’atmosfera magica e dolce in cui ero stata immersa per tre anni. Durante le superiori sono stata seguita ed aiutata anche da altri musicisti di origini buschesi, in particolare i professori Bruno Pignata e Bruno Raspini, a cui devo molto per la pazienza, l’entusiasmo e la disponibilità che hanno sempre dimostrato e tuttora dimostrano nei miei confronti.
Quanto tempo dedichi alla musica e come riesci a conciliare prove/concerti con l’Università? La mia scelta è stata fatta più per disperazione che altro, devo essere sincera; pur avendo iniziato a studiare musica tardi e consapevole di essere ancora lontana dal traguardo finale, non potrei mai abbandonare il mio violino in una custodia per sempre, ma allo stesso tempo non voglio pensare ad una vita senza nuove avventure in paesi stranieri. Molto semplicemente non ho saputo e non mi sono sentita in grado di scegliere fra le due cose; non credo nemmeno sarebbe stato giusto farlo. Mi sono ingegnata per trovare un espediente che mi desse la motivazione di portarle avanti entrambe e l’ho trovato nella possibilità di ampliare la mia capacità di comunicazione con il resto del mondo. Da settembre frequento l’Università Ca’ Foscari e sono stata ammessa al corso di laurea triennale in violino presso il Conservatorio di musica Benedetto Marcello. La musica è il primo linguaggio universale artificiale ed è tanto efficace quanto quello corporeo. Ci sono cose che non si possono spiegare a parole, per le quali non basterebbe nemmeno conoscere tutte le lingue del mondo. Le prime settimane a Venezia sono state molto impegnative e non sono mancati i momenti di sconforto, ma grazie agli incoraggiamenti e ai consigli di altri giovani qui a Venezia e a Cuneo che avevano intrapreso il mio stesso percorso, ho iniziato a credere in me stessa e ad avere una solida speranza di potercela fare. L’organizzazione e la passione sono alla base di tutto. Il mio obiettivo giornaliero è quello di dedicare qualche ora al violino, anche quando le giornate sembrano troppo piene per farlo.
L’esperienza che fino ad oggi ti ha emozionato di più? Ad essere onesta, ogni volta che apro la custodia del violino mi preparo a forti raffiche di emozioni contrastanti che è difficile descrivere; giorno per giorno la portata delle sensazioni che mi regala la musica aumenta e l’idea che migliorando io possa arrivare progressivamente ad essere un tutt’uno con essa mi rende impaziente di tornare a studiare e superare i molti ostacoli che ancora si presentano davanti a me. Se dovessi scegliere non un singolo evento, quanto una situazione che per me è particolarmente emozionante, direi suonare in orchestra. Trenta, cinquanta, cento persone che danno voce al loro cuore e strumento e singolarmente contribuiscono alla costruzione di un’armonia è per me una delle cose più belle che gli esseri umani sappiano fare e la prova che è possibile dar vita ad un insieme di individui, parte di un tutto in cui davvero non esistono differenze. La musica è l’esperimento che meglio attesta il fatto che ogni barriera sia una pura convenzione.
Cosa ci dici di questo “traguardo” dell’ammissione al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia? Essere stata ammessa al Conservatorio di Venezia pur dopo aver passato quasi mezza estate a prepararmi per la maturità è stato una bellissima sorpresa e un onore, ma anche una sorta di riconoscimento concreto degli sforzi che io e il mio professore abbiamo fatto insieme, il coronamento di un percorso di crescita ricchissimo di esperienze ed emozioni. È stato anche come mettere un punto ad una lunga frase durata sette anni dopo il quale però bisogna andare a capo e ricominciare a scrivere, perché questa è solo una tappa nel mio percorso di studi; la fine è ancora lontana e mi impegnerò per raggiungere i miei obiettivi. Sono grata ad Alberto per avermi accompagnata fin qui e spero che continui a fare il tifo per me e a darmi consigli preziosi, come ha sempre fatto.
Cosa ti auguri per il futuro? Non ho stabilito nulla per il futuro, perché se mi avessero fatto questa domanda qualche anno fa non avrei mai potuto prevedere che oggi sarei stata qui a Venezia. Credo che sia bello lasciarsi sorprendere dalla vita e viverla come un regalo che abbiamo la fortuna di vedersi rinnovare ogni giorno, e non come un viaggio verso una meta predefinita; nel mio presente ci sono la musica e l’università, questa è l’unica certezza che ho. Riguardo al mio futuro, è un libro ancora tutto da scrivere.
Consiglieresti un percorso simile al tuo? Forse è troppo presto per dare consigli di qualunque tipo. Quello che posso dire a chiunque abbia una passione per qualcosa è di non rinunciare ad inseguire i propri sogni solo perché non si ha la certezza che si potranno realizzare nel futuro. Io non so se riuscirò a realizzare i miei, di sogni, ma so per certo che ce la metterò tutta. Mi basta questo per sentirmi felice e soddisfatta di me stessa.
Francesca nonostante la giovane età ha le idee chiare e dalle sue parole traspare il suo amore e la passione per la musica che porta avanti con umiltà, godendo di ogni traguardo del suo percorso. A lei i nostri complimenti e un in bocca al lupo per tutto ciò che le riserverà questo nuovo cammino.