CUNEO - Fratelli d'Italia attacca Calderoni: ''Sui braccianti è stato qualunquista''

''Il coronavirus ha fatto emergere tutte le debolezze del sistema di utilizzo dei lavoratori stagionali nell'agricoltura''. Riceviamo e pubblichiamo

10/04/2020 15:04

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Con attenzione leggiamo l’intervista rilasciata dal nostro Sindaco Mauro Calderoni al quotidiano nazionale “Repubblica”, datata giovedì 09/04/2020.
Condividiamo insieme al primo cittadino preoccupazione per quanto riguarda la situazione di criticità che rischia di mettere in difficoltà il nostro settore agricolo. 
 
Tuttavia, siamo a ritenere che una questione tanto complessa andrebbe analizzata evitando aggravi allarmistici dettati da una cattiva informazione. 
La situazione ha connotazioni per le quali è presumibile possa divenire grave, ma non è corretto né sensato dire che la mancanza di manodopera ha sino a qui impedito alle aziende di predisporre le reti antigrandine. 
 
Come è pacifico e noto a tutti nel settore le stesse devono essere distese assolutamente dopo la fioritura, mai prima. Altresì, la fecondazione dei fiori potrebbe avere dei problemi. Ad oggi, nessuno apre le reti su melo o pero, essendo questi rispettivamente al 70 e 90% della loro naturale fioritura. Questo per non avere problemi di fecondazione. Discorso simile per il comparto pesche, dove si è appena iniziato questa settimana con il tempo stabile, salvo evitare il rischio di nevicate tardive che distruggerebbero l’intero impianto.
 
Con lievi varianti in base alla compagnia, le assicurazioni pagano la grandine se non hai aperto le reti antigrandine fino al 5 maggio su pesche, 15 maggio su mele e pere e addirittura 10 giugno su kiwi, queste sono le date limite indicative che si hanno oltre la quale le reti devono essere distese.
Fuorvianti dichiarazioni di questo tipo possono fare male almeno quanto le primarie cause.
 
Inoltre, il tempo di raccolta di mirtilli e lamponi non è il mese di maggio, ma quello di giugno. In questa stagione siamo in effetti avanti, ma non sino a questo punto. Bisognerà intervenire urgentemente nel reperimento di nuove fonti di manodopera, ma nulla è ancora perduto se non vi è tale volontà. 
 
Superficiale e non frutto di attente valutazioni è anche il quantitativo numerico di braccianti che si ritengono necessari, stimati in 9.000 unità. Attualmente non è possibile determinare i quantitativi di frutta che ci saranno da raccogliere. Le gelate verificatesi negli scorsi giorni hanno creato danni non indifferenti: su alcune varietà di pesco la perdita è stata quasi totale, idem su alcune varietà di melo rosso. In tutte le specie ci sono stati comunque danni che potrebbero creare futuri problemi di cascole (cadute spontanee) tardive di frutti o deformazioni poiché il fiore centrale (solitamente il migliore) era più avanti nello sviluppo. Ad oggi nessun tecnico agronomo o perito assicurativo è in grado di valutare il danno reale. Pertanto è impossibile identificare il relativo quantitativo numero di manodopera necessario; a meno che il Sindaco non sia a conoscenza di dati ignoti ai più.
 
Ci stupiamo che al riguardo di un “argomento delicato e complesso”, come da lui stesso di consueto definito, il nostro primo cittadino, di fronte alla stampa nazionale, sfoci in un qualunquismo che certo non gli appartiene, banalizzando i concetti. Si abbandonino gli stati umorali ed affettivi e si parli con concretamente e con corrette nozioni. Sul tema, si stanno portando avanti diverse proposte, sulla base anche di differenti posizioni. 
 
Fratelli d’Italia ha sin da subito sostenuto la necessità urgente di specifiche liste di collocamento dedicate a residenti cassaintegrati, in difficoltà lavorative, percettori di Reddito di cittadinanza, studenti e pensionati. Siamo favorevoli ed anzi propositori del ritorno immediato ai vouchers. Una forma elastica e meno vincolante, di certa utilità anche per gli imprenditori agricoli. 
 
Crediamo fortemente anche nella loro utilità sociale, potendo con gli stessi dare respiro anche ai tanti nuclei familiari pesantemente colpiti dalla crisi sanitaria ed economica della quale tutto il Paese è vittima. Se è vero che il 75% della manodopera agricola, sino allo scorso anno, era straniera, è pur vero che “il coronavirus ha fatto emergere tutte le debolezze del sistema di utilizzo dei lavoratori stagionali nell'agricoltura”. Occorre pertanto ridisegnare schemi e concetti, andando anche oltre ed aldilà delle convenienze di alcuni, nel sostegno e negli interessi dell’Italia.
 
Fratelli d’Italia, sezione “del Saluzzese”
 

c.s.

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