“Da soli si può correre, ma solo insieme si può andare lontano”. Con queste parole Giovanni Quaglia, presidente delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, ha “salutato” la fusione per incorporazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Bra in Fondazione Crc. L'operazione, la prima di questo genere in Italia, è stata illustrata in una conferenza stampa nella mattinata di oggi, venerdì 16 novembre, presso lo Spazio Incontri della Crc in via Roma a Cuneo. Processo come detto inedito, in attuazione di quanto previsto dal protocollo Acri-Mef del 2015, che auspicava “forme di cooperazione e di aggregazione per il perseguimento di obiettivi comuni tra fondazioni”, per combattere quella frammentazione che spesso costituisce un freno alla crescita dei territori e allo sviluppo della comunità.
Proprio su questo valore di “alleanza tra territori” si sono concentrati gli interventi di Giandomenico Genta, Donatella Vigna, Giuseppe Guzzetti e del già citato Quaglia. “Un'operazione voluta, fortemente cercata, che non è arrivata per caso. - ha spiegato il presidente della Crc – Un'iniziativa di condivisione, che ha l'obiettivo di allargare i nostri confini e rifiutare le “logiche di condominio”. E' una nuova pagina che si apre: preserveremo l'identità dei territori ma all'interno di un soggetto più ampio, abbattendo le logiche campanilistiche”. A fargli eco la presidente della fondazione Cassa di Risparmio di Bra: “Per noi non si tratta di una chiusura, ma dell'apertura di una nuova importante pagina. Potremo avvalerci delle garanzie di una grande fondazione. Arricchiremo le risorse del nostro territorio ottimizzando le potenzialità già esistenti. Insieme potremo fare di più e farlo meglio, ne sono convinta”.
“Quest'operazione deve rappresentare un modello virtuoso da riproporre anche a livello nazionale, - ha commentato Quaglia – ed è importante sottolineare come si tratti di un progetto condiviso, arrivato senza alcuna forzatura o imposizione”. Il presidente di Acri (Associazione Casse di Risparmio Italiane) Giuseppe Guzzetti ha a propria volta ripetutamente sottolineato il valore della coesione tra territori: “Questa fusione è un “dono” che andrà ad ottimizzare la capacità dell'ente di lavorare per le comunità”.
Nel concreto, dopo la firma dell'atto di fusione per incorporazione avvenuta a fine conferenza, l'operazione dovrà ricevere l'approvazione del Mef per procedere poi all'atto notarile, previsto all'inizio del 2019 con efficacia retroattiva dal 1° gennaio. Fino ad allora la fondazione Cassa di Risparmio di Bra resterà operativa. Il patrimonio della fondazione braidese, ammontante a circa 30 milioni di euro, verrà incorporato in quello della Crc, pari a 1,4 miliardi di euro. I flussi delle erogazioni sul territorio di Bra, dopo la fusione, resteranno ai livelli attuali. Il braidese sarà definito come nuova area generale di operatività e si affiancherà alle zone del cuneese, dell'albese e del monregalese, con la possibilità di accedere quindi a bandi e progetti della Crc. Il territorio di Bra sarà rappresentato in Crc da un nuovo Consigliere Generale, che verrà selezionato tramite un bando specifico.