CUNEO - Gestione Faunistica ATC e CA, le perplessità della Libera Caccia di Cuneo

Con il 31 dicembre sarebbero venuti a scadere i Comitati di Gestione dei 5 Ambiti Territoriali Caccia e dei 7 Comprensori Alpini, poi prorogati per ulteriori due mesi

Redazione 21/02/2023 08:53

Con il 31 dicembre sarebbero venuti a scadere i Comitati di Gestione dei 5 Ambiti Territoriali Caccia e dei 7 Comprensori Alpini, poi prorogati per ulteriori 2 mesi per dare possibilità di portare a termine tutte le iniziative gestionali connesse all’attività venatoria.
 
Sullo spirito propositivo dei propri rappresentanti, la Libera Caccia Cuneo ha cercato di proporre localmente quelle iniziative utili alla gestione faunistica e a favore del cacciatore quali ad esempio la riduzione della quota di ammissione o una equiparazione alle quote in ambito regionale (a Cuneo abbiamo le quote più alte di tutta la Regione Piemonte), la richiesta di posticipo del pagamento della quota considerato che alcuni territori sono sottoposti a misure di restrizione dovute alla PSA, le catture delle lepri nelle ZRC, i censimenti dei leporidi (lepre – minilepre), i censimenti della beccaccia/beccaccino e i censimenti della fauna in generale.
Ma in tutto questo, ad esclusione di pochissime realtà dove un minimo di gestione faunistica viene portata a termine con tutte le problematiche connesse, da tutte le altre parti questa è praticamente azzerata e molte volte queste iniziative vedono proprio lo scontro tra i rappresentanti dei cacciatori con contestuale voto contrario ad ogni nostra iniziativa in favore della gestione e in favore del cacciatore. Situazione anomala e difficile da spiegare ai tesserati di questa Associazione se non con un “Noi abbiamo proposto ma ci hanno votato contro gli altri cacciatori”.
 
Tale situazione non potrà far altro che peggiorare ulteriormente la gestione e i nuovi Comitati di Gestione, quando si insedieranno, difficilmente potranno portare degli aggiustamenti perché le stesse complesse norme che regolano la gestione faunistica anche se derogate, difficilmente potranno portare frutti considerato anche il contestuale sperpero di quei fondi versati dai cacciatori.
 
Tutto ha il suo tempo: dal periodo per fare i censimenti alla beccaccia (utili per mantenere aperta l’attività venatoria a questa specie), ai censimenti degli ungulati, alle catture delle lepri nelle zone di ripopolamento e cattura (il cui periodo è ormai scaduto il 15 gennaio), o il ripopolamento con soggetti riproduttori: attività questa per la quale studi scientifici pongono stretti periodi temporali. Di una mancata gestione o predisposizione, chi ne farà la spese? Eppure la maggior parte delle somme versate agli ATC e CA ogni anno dai cacciatori, per il proprio tesserino venatorio, dovrebbero essere utilizzate per la gestione del territorio.
Su questi presupposti molti cacciatori appassionati di tutte quelle forme di caccia alle specie notoriamente chiamate selvaggina minore (lepri, starne, fagiani, pernici,….) ma, che noi come Associazione Venatoria riteniamo invece selvaggina nobile, si vedranno “costretti” ad appendere il fucile al chiodo e ad essere quindi sempre di meno, nonchè spettatori di un declino di quelle forme di caccia tipiche della Provincia di Cuneo. Ad ogni mancata gestione inoltre, quello di cui sono stati capaci i Comitati di Gestione è stato individuare delle Aree di Caccia Specifica, cioè aree dove la caccia resta vietata a queste specie, nella speranza che non venendo cacciate si possano riprodurre. Ma la gestione della caccia è vietare la caccia stessa? 
 
In tutto questo scenario, il ruolo importante potrebbero anche essere le attività di contenimento nei confronti dei corvidi che nonostante creino ingenti danni sui frutteti, sulle semine del mais, sulla predazione dei piccoli nati di specie cacciabili e non, restano ad oggi dei vincoli legislativi che impediscono l’impiego di eventuali cacciatori volontari e/o delle stesse guardie volontarie aderenti all’una o altra Associazione.
 
Infine non si può che sorridere nel leggere l’ultima comunicazione pervenuta dalla Regione Piemonte, con la quale a seguito di segnalazioni da parte dei cacciatori e delle Associazioni Venatorie, ribadisce che sono fuori legge i regolamenti adottati dagli ATC e CA in contrasto con le norme regionali sottolineando che gli stessi comportano una responsabilità amministrativa e contabile in capo ai componenti dei Comitati di Gestione. 
 
Su questo aspetto si domanda come sia possibile che un ATC o CA possa deliberare un regolamento in contrasto con le norme regionali, considerato che gli stessi Enti sono sottoposti alla vigilanza della stessa Regione Piemonte?
 
La responsabilità amministrativa e contabile in capo ai componenti dei Comitati di Gestione sarà riconosciuta dalla Regione Piemonte portando avanti tutti gli adempimenti connessi o gli stessi cacciatori dovranno accontentarsi della magra consolazione di essere andati a caccia con regole e limitazioni imposte localmente?
 
Le altre Associazioni presenti nei Comitati di Gestione, venute a conoscenza di questi regolamenti in contrasto con le norme regionali, come si comporteranno nei confronti dei propri rappresentanti che li hanno approvati votando a favore?
 
La Segreteria Provinciale ANLC Cuneo

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