Nella Provincia di Cuneo nel 2022 gli incidenti stradali sono leggermente calati rispetto al 2021 (-0,6%), ma il numero delle vittime rimane ancora troppo alto, sebbene anche questo sia sceso del 10,4% (43 sul colpo più 4 post incidente) così come quello dei feriti, calato del 2,2% (da 1.625 a 1.590). Sulle strade cuneesi l’indice di mortalità è del 7,4, più alto della media nazionale (5,4) e regionale (5,7). Quest’anno nella Granda le vittime della strada sono state 21 da inizio anno: il 2023, se il trend sarà confermato, sarà l’anno con meno morti degli ultimi 25 anni.
Rispetto alla situazione complessiva del Piemonte, regione dove gli incidenti sono aumentati (+4% pari a 10.148 casi), con 241 morti (+25,5%) e 14.084 feriti (+4,5%), la provincia di Cuneo è quarta per tasso di mortalità dietro a Vercelli (12,1 ogni 100 mila abitanti), Novara (9,4), Alessandria (8,8), Asti (5,8), Torino (4), Verbania (3,3) e Biella (1,8).
“Grazie all’impegno del Ministro Salvini, sono aumentati i controlli e diminuite le vittime. Il percorso è ancora lungo ma la direzione è quella giusta e occorre proseguire con determinazione e concretezza”: così commenta il senatore Giorgio Maria Bergesio (Lega) in occasione della Giornata Mondiale del ricordo delle Vittime della strada. “Il discorso del presidente Mattarella rappresenta uno stimolo affinché il Parlamento approvi definitivamente la riforma del Codice della Strada fortemente voluta dal Vicepremier Matteo Salvini e dalla Lega, per aggiornare norme ferme da decenni, rendere più efficaci le sanzioni e soprattutto rafforzare la prevenzione”, prosegue Bergesio.
Il senatore cuneese della Lega ricorda: “Un lavoro che ha già prodotto i primi risultati concreti: tra il primo gennaio e il 30 settembre di quest’anno sono aumentati i controlli e sono diminuite le vittime. In particolare, i veicoli controllati sono stati più di 1,135 milioni (+3,3% rispetto allo stesso periodo di un anno fa) con particolare attenzione per le verifiche con l’etilometro: +61,2% rispetto a un anno fa. Calano i morti e gli incidenti stradali: -7,8% e -9,5%”.
“Occorre una considerazione complessiva dell’incidentalità stradale, che guardi al contempo alla qualità dei mezzi di trasporto, delle infrastrutture e dei comportamenti. L’adozione di stili di guida prudenti rappresenta un importante fattore di protezione per se stessi e per gli altri. Occorre cambiare la mentalità delle persone, a partire dalle scuole”, afferma sempre Bergesio, concludendo: “Dagli anni ’90, quando in un anno morivano quasi 150 persone, ad oggi, grazie al miglioramento della sicurezza stradale e dei veicoli e alle campagne di sensibilizzazione, il bilancio è decisamente migliorato. Ma l’obiettivo “Zero vittime” a cui mira l’Unione Europea, che nel breve termine si propone la diminuzione del 50%, rispetto al 2019, di morti e feriti gravi entro il 2030, obiettivo condiviso anche dal Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale, è ancora lontano. Ma la direzione intrapresa dal Governo è sicuramente quella giusta. Perché, ricordo, ogni volta che perdiamo una vittima sulle strade perdiamo una parte di noi stessi!”.