In occasione del giorno del Ricordo, il 10 febbraio, il Consiglio Regionale del Piemonte, per iniziativa del suo Presidente Davide Nicco (Fdi), ha dato vita ad una mostra intitolata: “Sulle ali della bora, nel ruggito del Leone. Da Trieste a Cattaro sulla rotta di Venezia”.
“È più che mai utile - ricorda il consigliere Regionale Claudio Sacchetto - fare memoria della vicenda dell’esodo istriano che riguarda tutta la comunità italiana, per rammentare che le pagine oscure della storia sono meno dolorose se ricordate e raccontate con il linguaggio della verità storica”.
L’inaugurazione si è svolta il 4 febbraio all’Urp del Consiglio regionale (via Arsenale 14/G a Torino), dove sono esposte fino al 28 febbraio 2025 le 70 opere di Leonardo Bellaspiga, paesaggi disegnati a china che raccontano i luoghi dell’esodo istriano fiumano e dalmata, da Trieste al Montenegro. Leonardo Bellaspiga (Osimo-Ancona 1925, Varese 2018) è stato un ingegnere che ha costruito grandi opere in tutto il mondo ma anche un pittore e disegnatore, con un particolare amore per le terre giuliano-dalmate che ha coltivato grazie all’incontro con la moglie Carmen Ursini, profuga di Pola. Cultore della bellezza della natura e dell’architettura, appassionato di arte e scienza, Bellaspiga ha realizzato numerose tavole a china, apprezzate anche da Papa Francesco e dal Presidente Mattarella, esposte in diverse mostre e pubblicate in alcuni volumi.
L’esposizione, a cura dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, è realizzata in collaborazione con il Comitato regionale Resistenza e Costituzione e il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Allestita nei locali dell’Urp in occasione del Giorno del Ricordo, è aperta fino al 28 febbraio.
“Ritengo utile sottolineare - conclude il consigliere Sacchetto - che la collaborazione di queste iniziative con altri Comitati di ricordo delle vittime di quei periodi storici, aggiunga dei tasselli importanti ad una condivisione storica e ad una riconciliazione politica di cui la nostra Nazione necessita”.