"Ogni scusa è buona per non andare a scuola”.
“Andate a protestare in Cina, negli Usa, in India”.
“Manica di pecore zombizzate”.
“Il più di questi esseri non sa nemmeno perché è lì”.
“Gioventù bruciata, solo un branco di pelandroni”.
“Andate a lavorare buffoni”.
Sono solo alcuni dei commenti che da stamattina sono comparsi sulla pagina Facebook del nostro giornale, a corredo degli articoli, dei video e delle fotografie relativi al “Friday for Future”, la manifestazione per il clima che si è svolta nel centro di Cuneo. Commenti che abbiamo qui riportato ripuliti dagli strafalcioni grammaticali e che sono ormai diventati una triste consuetudine quando si svolgono eventi di questo genere.
Offese e derisioni che spesso e volentieri arrivano da rappresentanti di una generazione che lo sfacelo climatico che viviamo oggi - innegabile e confermato da centinaia di studi scientifici - ha contribuito a causarlo, e che malgrado questo, altrettanto spesso e volentieri, si autoattribuisce una fantomatica superiorità morale e intellettuale nei confronti dei ragazzi che oggi scendono in piazza. Per le strade di Cuneo stamattina c’erano i membri di quella generazione Z spesso accusata di essere “priva di valori”, ipnotizzata e anestetizzata da social e internet, salvo poi venire ricoperta di insulti e prese in giro quando decide di impegnarsi attivamente per una causa, qualunque essa sia.
È chiaro che il “campione” dei commentatori sui social non possa essere considerato come rappresentativo di un’intera generazione, sarebbe sbagliato fare di tutta l’erba un fascio, ma è comunque profondamente triste osservare quanta cattiveria venga riversata su ragazzini sconosciuti da persone adulte e vaccinate che si autoproclamano come portatrici di saggezza. Basta scorrere rapidamente le pagine Facebook del nostro giornale e delle altre testate cuneesi per capire che i commenti di questo tenore sono centinaia. Non rappresentano una generazione, ma sono decisamente rumorosi (e fastidiosi).
In strada c’erano anche ragazzi che hanno semplicemente colto un’occasione per “tagliare”? Ovviamente, com’è normale che sia e come accadeva anche per le generazioni di chi oggi pontifica: sarebbe anomalo se i sedicenni non si comportassero da sedicenni. Non saranno queste manifestazioni a risolvere il problema climatico? Ancor più ovvio, perchè il tema è decisamente complesso e perchè non è compito di ragazzi delle scuole superiori affrontare e risolvere questioni di portata globale. Questi eventi hanno però il merito di portare l’attenzione su un argomento importantissimo, su un problema che ancora oggi viene negato da molti nonostante, come detto, l’elenco di prove - sia sul cambiamento climatico che sull’influenza delle attività umane sullo stesso - sia sconfinato.
Peraltro, se non saranno i cortei nelle città a risolvere il problema, che dire di chi di fronte allo stesso problema se la prende con chi lancia l’allarme, invece di chiederne conto a chi lo sta causando, a chi potrebbe intervenire e non lo fa? E infine: i ragazzi di “Fridays for Future” scendono in piazza per una causa in cui credono mettendoci la faccia, con buona pace di chi li accusa di essere “strumentalizzati” da chi promuove battaglie ecologiste. Chi li offende, invece, si nasconde dietro un monitor o un display, quando non dietro un profilo “fake”. Basterebbe questo a marcare la differenza.