Riceviamo e pubblichiamo.
Come Gruppo del Partito Democratico del Consiglio regionale del Piemonte, condanniamo duramente le dichiarazioni rese ieri dal Presidente Alberto Cirio, secondo le quali gli Alpini caduti nella campagna di Russia “morirono per la nostra libertà”.
Parole gravi, sbagliate e offensive, che negano la verità storica e offendono la memoria di chi, come Nuto Revelli, fu testimone diretto di quella tragedia e dedicò la propria vita a raccontarne il senso e l’orrore. Nella campagna di Russia l’ARMIR subì circa 85.000 perdite tra caduti e dispersi. Furono soldati mandati a morire da un regime criminale, in una aggressione militare che nulla aveva a che fare con la libertà, ma solo con l’ambizione fascista di affiancare Hitler nell’invasione dell’Unione Sovietica.
Siamo con gli Alpini. Siamo con gli Alpini caduti in tutte le guerre, siamo con gli Alpini delle missioni di pace, siamo con gli Alpini presenti in tutte le emergenze e le catastrofi naturali. È proprio per rispetto verso il loro sacrificio che non possiamo accettare questa mistificazione retorica, pronunciata in vista dell’Adunata nazionale che si terrà a Biella dal 9 all’11 maggio.
Non è la prima volta che Cirio cade in ambiguità di questo genere. Un Presidente che si commuove alla presenza del Capo dello Stato il 25 aprile dovrebbe anche ricordare cosa quella data rappresenti: la fine di un regime criminale e della sua guerra sbagliata. La verità storica si può ristabilire sempre perché siamo liberi dal 25 aprile ‘45 grazie alla Resistenza e al sacrificio di tanti, anche degli Alpini. C'è bisogno di ricordarlo al Presidente della nostra Regione? Speriamo di no.
I consiglieri regionale del gruppo del Partito Democratico