CUNEO - Gli artificieri vanno a scuola: “Ragazzi attenti, le bombe uccidono ancora”

In vari istituti della Granda comincia la campagna voluta da Prefettura e CRI militare. Testimonial d’eccezione è Nicolas Marzolino, ferito in uno scoppio a 15 anni

Andrea Cascioli 04/03/2025 12:25

Provate a chiedervi quanti interventi gli artificieri portino avanti ogni anno nel Nord Ovest, per rimuovere e disinnescare ordigni bellici e altri esplosivi. Se avete pensato a un numero tra dieci e cento, siete comunque fuori strada. Solo nell’anno scorso sono stati 361, praticamente uno al giorno, tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
 
I cuneesi se ne sono accorti il 30 luglio, quando la Questura è stata isolata per quasi un giorno intero dopo che un giovane aveva portato negli uffici due bombe a mano rinvenute sul greto di Stura. “Non ho mai visto questi oggetti in vita mia, a prima vista mi sono sembrate bombolette del gas da campeggio” ha spiegato al nostro giornale, raccontando la sua versione su quanto accaduto dopo la chiamata al 112.
 
Il punto è proprio questo: pochi tra noi, nati e cresciuti in tempi di pace, saprebbero riconoscere una lattina da una bomba se la trovassero in mezzo ai ciottoli, o su un sentiero di montagna. A Nicolas Marzolino, nel 2013, successe mentre stava preparando un campo per la semina delle patate, insieme a due amici. Erano tutti e tre studenti di agraria, impegnati in un’esercitazione scolastica: “Pensavo fosse un lumino da camposanto” racconta. Invece era una bomba del Regio Esercito che gli è esplosa in mano. Nicolas, a 15 anni, ha perso la vista, la mano destra e alcune falangi della sinistra. Il suo amico Lorenzo ha perso anche lui la vista, mentre Stefano, l’unico a non riportare danni fisici, non ricorda niente di quel giorno tremendo: lo shock gli ha cancellato la memoria.
 
Scene da Afghanistan, verrebbe da dire, se non fosse che è accaduto a Novalesa, in val Susa. E non è un caso unico: “Ogni anno - ricorda Nicolas - succedono ancora incidenti con feriti e morti: l’ultima vittima il 18 dicembre passato, ad agosto un ragazzo è stato gravemente ferito a Caserta”. Nel 2023 a Vicenza un trentenne è stato dilaniato da un residuato bellico della prima guerra mondiale, mentre aiutava gli operai impegnati in alcuni lavori sul tetto di casa sua: si chiamava Riccardo Baù. A togliergli la vita è stato un congegno di morte che, dopo un secolo intero, faceva ancora il suo sporco lavoro.
 
“Molti residuati, dopo tanti anni, magari hanno perso colore e pezzi. Possono sembrare oggetti di uso comune e i ragazzi sono i primi a farsi male” avverte Marzolino. Per il suo impegno con l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra è stato nominato cavaliere pochi giorni fa dal presidente della Repubblica. La sua “seconda vita”, dopo lo scoppio che avrebbe potuto ucciderlo, la dedica ad aiutare gli altri: soprattutto gli studenti delle scuole, poco più giovani di lui.
 
A partire da domani, mercoledì 5 marzo, fino a fine aprile, insieme agli artificieri del 32esimo Genio Guastatori di Fossano e agli operatori del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana incontrerà gli alunni di otto istituti scolastici della provincia. Si tratta di un progetto pilota per la sicurezza che la Prefettura di Cuneo ha coordinato, insieme al Provveditorato agli Studi: in totale sono coinvolti 411 bambini e ragazzi, a cui è affidato anche il compito di trasmettere le loro conoscenze a mamme e papà. A Cuneo hanno aderito l’istituto comprensivo di corso Soleri, il liceo De Amicis, il Bonelli e l’Itis Delpozzo, insieme all’istituto tecnico agrario di Mondovì e agli alberghieri di Dronero e Barge.
 
A ottant’anni dalla fine dell’ultima guerra, in territorio italiano sono stati bonificati 120mila ordigni sulla terra ferma e 190mila in mare solo nel quadriennio 2020-2023. Al 32esimo Genio Guastatori della “Taurinense” competono tutti i ritrovamenti fra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Per questo, spiega il capitano Pasquale Soprano, il rischio è ancora concreto e attuale: “Siamo davvero felici di abbracciare questo progetto, per noi importante soprattutto per minimizzare il rischio di azioni non corrette”. Insieme agli artificieri operano i membri del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana: a Cuneo contano su una settantina di volontari riservisti, coordinati dal primo centro di mobilitazione. Il capitano Dario Del Monte è intervenuto in Prefettura stamattina, con il responsabile provinciale ten. comm. Pietro Benzi, in rappresentanza del corpo da cui è partita l’iniziativa sposata dal prefetto Mariano Savastano.
 
“È un argomento che ha anche una valenza di educazione civica e approfondimento storico” sottolinea il dirigente del Provveditorato agli Studi Antonio Moschella. Lo sa bene chi, come Nicolas, ha vissuto in prima persona le conseguenze di una guerra che non ha mai visto: “Quest’anno abbiamo 31 conflitti attivi nel mondo: spero che questo progetto pilota continui nei prossimi anni e instilli nei ragazzi l’idea dell’importanza della pace. Viviamo in un mondo che si sta riarmando, non è scontato che la guerra non ritorni solo perché l’ha già fatta il mio bisnonno”.

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