Gli imprenditori cuneesi guardano con preoccupazione alla situazione internazionale dopo le tensioni tra Usa e Iran e l’incertezza che regna sovrana in Libia. Si è svolta stamane, venerdì 24 gennaio, la consueta conferenza stampa di Confindustria Cuneo sulla situazione economica congiunturale della provincia Granda. Se i problemi di casa nostra sono sempre gli stessi (gli industriali non hanno mancato di sottolinearlo) ciò che può far variare sensibilmente l’economia dipende da ciò che succederà al di là della Bisalta. “In questo periodo le aziende sono attendiste - ha spiegato il presidente di Confindustria, Mauro Gola -. Stanno cercando di capire che cosa accadrà, la speranza è che venga scongiurato il rischio di un aumento del costo del petrolio: il nostro Pil cresce a rilento e uno scenario simile potrebbe portarci in recessione”.
Tra le ‘questioni’ internazionali d’attualità anche i dazi americani. “Sui formaggi duri a lunga stagionatura per ora non ci sono stati problemi - ha affermato Alberto Biraghi, membro del consiglio di presidenza - I nostri prodotti di eccellenza vanno in America a un prezzo elevato, chi può permettersi di pagare il formaggio 50 euro al chilo lo può pagare anche 55. In ogni caso è presto per conoscere l’impatto sul comparto”. Il 31 gennaio, data decisiva per la Brexit, è dietro l’angolo. A commentare la fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione Europea è stato l’imprenditore metalmeccanico Amilcare Merlo: “Il 30 percento delle aziende presenti sta smobilitando impaurita da ciò che succederà domani, ma è un errore. In questo momento le imprese italiane devono rafforzare la loro posizione oltremanica, l’Inghilterra è un mercato strategico che non va perduto, costi quel che costi l’investimento”.
Il presidente di Uncem, Gabriele Gazzano ha invece richiamato l’attenzione ancora sul disagio infrastrutturale della nostra provincia: “Da troppo tempo il nostro territorio ha una posizione marginale. La mancanza di infrastrutture pesa sulle nostre imprese, bisogna lavorare in sinergia per cercare di avere viabilità ed infrastrutture degne della nostra provincia”. “C’è anche un isolamento culturale da abbattere – ha concluso -. Vivere nella nostra provincia ha senza dubbio degli handicap, ma abbiamo anche tanti vantaggi che dobbiamo far fruttare”.
Nell’occasione sono stati resi noti i dati dell’indagine previsionale condotta da Elena Angaramo del Centro Studi di Confindustria, basata sulle sensazioni degli imprenditori della Granda per il primo trimestre dell’anno. Le imprese manifatturiere hanno espresso valutazioni più prudenti su produzione, ordini interni e occupazione rispetto allo scorso trimestre, pur consolidando le aspettative positive sull’export. L’aspettativa del ricorso alla cassa integrazione sale di oltre 3 punti, portandosi al 10,6 percento, mentre cede quasi 2 punti percentuali il tasso di utilizzo degli impianti, con conseguente riduzione della propensione all’investimento. Rallentamento anche nelle aspettative delle imprese di servizi, che restano tutto sommato fiduciose. Si mantiene elevato il tasso di attività, mentre si rafforzano occupazione e ordini. Stabile il tasso di utilizzo delle risorse aziendali, resta prossimo allo zero il ricorso alla cassa integrazione.