La ripresa viaggia oramai a gonfie vele, coinvolgendo anche i settori che nei mesi scorsi avevano manifestato qualche incertezza. Lo rivela l’indagine congiunturale trimestrale realizzata da Confindustria Piemonte e dall’Unione Industriale di Cuneo, che conferma e rafforza i segnali di miglioramento già delineati nella prima parte dell’anno.
“Un’analisi che ci dà la cifra dello stato econmico della nostra provincia - ha spiegato il presidente dell’Unione Industriale Mauro Gola -. Siamo a un’anno e mezzo di distanza dallo shock pandemico e l’economia ha ricominciato a correre, forse al di sopra delle nostre aspettative. Il Pil in Europa è cresciuto in modo significativo. Ci sono molti fattori che hanno spinto in questa direzione, questo ha creato un surriscaldamento del pericolo dell’inflazione, ma le politiche espansionistiche stanno prevalendo”.
“La crescita delle nostre aziende è in espansione. - ha proseguito Gola - Ci sono due conferme, l’andamento degli ordinativi, ma anche gli stock in diminuzione. Note negative l’innalzamento del prezzo delle materie prime, così come la scarsa reperibilità di componenti elettronici”.
Ospite d’onore della conferenza Marco Gay, presidente Confindustria Piemonte, che ha parlato dell’evento come di “un’ottima opportunità di valorizzare la crescita di un territorio”: "I dati ci dicono chiaramente che tutti i settori e tutte le aree piemontesi stanno ripartendo con un sostanziale allineamento nella produzione: la nostra regione sta andando meglio della media nazionale”.
Gay ha poi tracciato il punto di arrivo: “Siamo consapevoli che con questa ripartenza entro i primi mesi dell’anno prossimo arriveremo a recuperare quanto perso nel periodo pandemico. Mi fa piacere che la provincia di Cuneo guidi la ripartenza della Regione grazie alla capacità di avere più settori coinvolti”.
“Questo Paese non cresce da vent’anni, serve l’attuazione del programma di industria 4.0 per dare una svolta - ha sostenuto. interrogato dai giornalisti presenti -. Bisogna allineare le competenze alle necessità industriali. È necessario riformare gli ammortizzatori sociali in ottica di riqualificazione professionale: il Reddito di cittadinanza è stato utile come sostegno al reddito, ma per quanto riguarda il rilancio dell’occupazione è stato un fallimento palese”.
Netta la posizione sul Green pass obbligatorio per lavorare a partire da metà mese. “Il 15 ottobre è una data che metterà ancora di più in sicurezza le nostre imprese - ha aggiunto Gay stuzzicato sull’argomento -. Un valore aggiunto: speriamo sia uno strumento per favorire la campagna vaccinale, una sicurezza anche per i fragili e i deboli che non possono vaccinarsi”.
Giuliana Cirio, direttrice dell’associazione degli industriali, ha presentato i dati previsionali del manifatturiero e dei servizi (per il IV° trimestre dell'anno) insieme alla responsabile del centro studi di Confindustria Elena Angaramo.
Positive le previsioni del manifatturiero dove sale di 6,3 punti la percentuale di aziende con programmi di investimenti di un certo impegno (dal 27,6% di giugno al 33,8%). Sono, invece, il 45,6% quelle che prospettano investimenti marginali.
Il carnet ordini si mantiene ancora orientato al breve termine, pur traslando un po’ verso il medio: la percentuale di aziende con ordini per meno di un mese è pari al 14,4% (13,5% nel secondo trimestre); il 42,3% ha ordini per 1-3 mesi (46,9% a giugno), mentre per il 28,4% per 3-6 mesi (erano il 22.4% a giugno); la visibilità oltre i 6 mesi resta valida per il 16,6% delle aziende (16,1% a giugno). La media complessiva dei tempi di pagamento passa a 73 giorni (74 a giugno): scende di circa 9 giorni per la Pubblica Amministrazione (da 83 a 74 giorni). È fornitore degli enti pubblici il 32% delle aziende manifatturiere intervistate. Scende da 25,3% a 20,8% la percentuale di segnalazioni di ritardi nel iincassi. Il saldo sulla redditività sale dall’1% al +7,1%.
Il 30,8% delle imprese indica un aumento della produzione, contro il 5,1% che si attende una diminuzione. Il saldo sale di circa 2 punti rispetto a giugno e si attesta a un + 25,8%. In salita anche le previsioni sugli ordinativi: dal +22,6% di giugno al +27,3%. Si mantengono espansive le attese sull’export (+13%). In ulteriore rafforzamento tasso di utilizzo degli impianti e situazione dei pagamenti, mentre si consolida anche il dato sulla redditività. Cresce la propensione ad investire: la percentuale di aziende con programmi di spesa di un certo impegno sale dal 27,6% al 33,8%. Scende ancora il ricorso alla CIG (dal 9,7% al 5,6%), sfiorando i livelli pre-pandemici.
A livello settoriale si assiste a un generale rinvigorimento delle attese, ma con alcune eccezioni. Svettano la metalmeccanica e l’alimentare, ma il ‘sentiment’ è favorevole anche per il settore edile e per quello del legno. Valori positivi per le imprese della cartaria-grafica, mentre sono in controtendenza le aspettative del settore chimico e della gomma-plastica.
Anche nei servizi gli indicatori migliorano in misura sensibile rispetto a giugno. Il 35,7% delle aziende si attende un aumento dei livelli di attività, il 7,1% una riduzione con un saldo ottimisti-pessimisti pari a +28,6% (su di 5,4 punti rispetto a giugno). Indicazioni analoghe riguardano gli ordinativi e le attese sull’occupazione. Relativamente stabili gli investimenti di un certo rilievo, che riguardano il 25,8% imprese del terziario. Secende ancora la percentuale di ricorso alla Cassa (dal 9,7% al 5,6%, sfiorando i livelli pre-pandemici.