“Vogliamo pensare positivo” commenta Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo, all’indomani del decreto legge che stabilisce l’entrata in vigore della certificazione verde. Dall’associazione di categoria arriva un’apertura di credito, ma anche un monito: “Le ragioni del contrasto della pandemia devono essere strettamente connesse con quelle di una ancora difficilissima ripartenza dell’economia”.
Anche Giorgio Chiesa, presidente dell’Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo, aderente a Confcommercio, guarda al proverbiale “bicchiere mezzo pieno”: “Come già affermato in altre occasioni, e partendo dal presupposto che un terzo lockdown non sarebbe stato sostenibile per l’ospitalità e il settore horeca, il Green Pass è uno strumento per non bloccare ulteriormente l’economia”. Completo disaccordo con il governo, invece, rispetto alla decisione di proseguire nella chiusura delle discoteche e locali da ballo e divertimento notturno anche all’aperto. A maggior ragione “viste le scene durante gli Europei di calcio, gli eventi piazza e le numerose feste abusive”.
Sul punto i gestori delle discoteche raccolgono il pieno sostegno di Confcommercio: “Siamo solidali - sottolinea Chiapella - con i colleghi di Silb-Fipe e la loro presidente provinciale Federica Toselli e ci batteremo a fianco della confederazione perché giungano al più presto i sostegni e ristori necessari per fare in modo che per il settore del divertimento ci possa essere un futuro”.
Chiapella promette di vigilare a tutti i livelli istituzionali perché il Green Pass sia “uno strumento di persuasione e non di repressione”. Le categorie rappresentate da Confcommercio, continua, hanno subito più di altre i danni conseguenti alle chiusure ed alle limitazioni: “I colleghi della ristorazione, ospitalità e ricettività non possono accollarsi anche l’onere del controllo e della successiva sanzione rispetto al mancato possesso del Green Pass”.
“Ci auguriamo e vogliamo essere convinti - conclude Giorgio Chiesa - che le decisioni prese dal Consiglio dei Ministri con il DL Covid possano servire e proseguire sulla strada della ricerca della normalità perduta, ma saremo vigilanti severi nel caso il Green Pass si trasformi in un’arma contro gli operatori della ristorazione”.