Torna dalle piazze - ultima, quella di giovedì scorso - alle aule della politica la protesta del movimento no green pass cuneese, per voce di quello che è assurto fin dalle prime manifestazioni al rango di rappresentante qualificato dei “free vax”, il consigliere Beppe Lauria.
Era già accaduto a ottobre quando Lauria si era presentato in maschera antigas per protestare contro l’introduzione dell’obbligo di esibire il certificato verde anche per accedere all’assise di palazzo Civico. È accaduto di nuovo con le due interpellanze presentate in vista del prossimo Consiglio comunale, quello in programma lunedì 31.
Il
casus belli è l’adesione, da parte del sindaco
Federico Borgna, all’appello promosso dal collega pesarese Matteo Ricci - nome in ascesa nel Pd e presidente dell’Associazione italiana delle autonomie - per l’introduzione del green pass “semplice” (vaccinazione o tampone)
anche fra gli studenti delle scuole medie e superiori. È l’unico modo per salvare la scuola in presenza, sostengono Ricci e i primi cittadini di centrosinistra e civici che hanno rilanciato la petizione al governo firmata - tra gli altri - dal neosindaco di Roma Roberto Gualtieri e dai sindaci di Milano (Beppe Sala), Bologna (Matteo Lepore), Napoli (Gaetano Manfredi), Firenze (Dario Nardella), Torino (Stefano Lorusso) e Palermo (Leoluca Orlando).
Per Lauria la questione si pone in termini di tutela del diritto costituzionale all’istruzione: “Al contrario di quanto vorrebbero gli estensori della sopra richiamata lettera al Governo, nessuno può pensare di dividere gli alunni tra vaccinati e non vaccinati” tuona il decano dell’opposizione, domandando polemicamente a Borgna se si senta ancora, come dichiarato all’inizio del suo mandato, “il sindaco di tutti”.
Una bocciatura arriva anche al progetto del nuovo polo scolastico voluto dall’amministrazione provinciale e destinato a ospitare in corso De Gasperi 1.080 studenti dell’area tecnico-professionale, con 40 aule di cui 4 destinate alla didattica all’aperto, 10 laboratori, auditorium, due palestre, aula magna e area vede con gradoni. A fronte di tutto questo Lauria domanda di soprassedere “magari per impegnare parte di quelle risorse in ulteriori tranquillizzanti operazioni di messa in sicurezza”.
La polemica contro la vaccinazione di bambini e ragazzi è il tema dominante anche della seconda interpellanza, già presentata nei mesi scorsi. Qui il consigliere si sofferma sul fatto che nel modulo consegnato alle famiglie si farebbe presente che i vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca sono destinati “a prevenire la malattia da COVID-19 nei soggetti a partire dai 16 anni di età (Comirnaty) e 18 anni di età (Moderna e AstraZeneca)”.