È innegabile che negli ultimi anni la città di Cuneo abbia cambiato volto. Dalla pedonalizzazione di via Roma in poi sono stati molti i progetti di riqualificazione di aree della città che giacevano abbandonate a stesse o erano in stato di degrado. Oltre agli edifici che hanno preso nuova vita o che al contrario sono al centro delle polemiche per il loro stato di abbandono, a due passi da piazza Galimberti v'è un fabbricato che nonostante sia semi-abbandonato da anni non sembra interessare particolarmente l'opinione pubblica: si tratta degli ex Bagni Municipali, in via Vittorio Amedeo. A riportare la struttura al centro dell’attenzione è stata la vittoria del concorso nazionale ‘I futuri geometri progettano l’accessibilità’ da parte di due classi quinte (sezioni A e B) dell’istituto per Geometri di Cuneo ‘Bianchi - Virginio’. L’iniziativa, promossa tra gli altri dal Consiglio Nazionale Geometri ha premiato il progetto di riqualificazione degli ex Bagni nella categoria ‘Edifici pubblici e scolastici’. Ieri, mercoledì 5 giugno, gli studenti hanno ritirato il premio a Roma.
La struttura, definita dal mitico cronista Camillo Fresia “il bel palazzotto”, oggi è in stato di semi-abbandono. Fu inaugurata nel 1923, totalmente finanziata dalla Cassa di Risparmio e donata al Comune di Cuneo. Essa dotava la città nuova di un importante “presidio benefico di salute e igiene” come citava la lapide all’ingresso e colmava un’esigenza sentita da parecchi anni.
Oggi una parte è stata distrutta ed è diventata un magazzino comunale, mentre la metà dell'edificio è rimasta immacolata e all'interno vi sarebbe ancora una delle prime lavatrici, risalente agli anni ’50. “È un peccato che un luogo del genere venga utilizzato come deposito” ha detto l’assessore all’Urbanistica del Comune di Cuneo Luca Serale.
La costruzione presenta numerosi elementi decorativi neoclassici, mentre la parte centrale, sopraelevata di un piano rispetto alle laterali, le aperture e gli altri elementi architettonici richiamano lo stile decò. “È un pezzo di storia di Cuneo - spiega Roberto Audisio, delegato cuneese del FAI - l'edificio riprende lo stile dei palazzi di viale Angeli: mentre i benestanti costruivano le loro abitazioni private, la Cassa di Risparmio costruiva un edificio per i ceti meno abbienti”. “A inizio secolo - continua Audisio - non c'erano i bagni in casa e i cuneesi vi si recavano per la cura del corpo e l'igiene personale: gli alloggi di molti cuneesi erano nei palazzi di ringhiera”.
Un tentativo di riapertura, almeno parziale, è stato fatto lo scorso anno, ma le attuali condizioni della struttura non ne rendono possibile la fruizione. “Abbiamo fatto un sopralluogo in autunno per verificare se fosse possibile aprirli in una delle nostre giornate - continua Audisio -, ma al momento non ci sono i presupposti di sicurezza necessari”.
Un’idea, tutta da scrivere, potrebbe essere quella di ripercorrere l'esperienza milanese dell'Albergo Diurno Venezia, un bagno pubblico ideato tra il 1923 e il 1925 dal grande architetto Piero Portaluppi e riaperto dal Fondo Ambiente Italiano nel 2014 per le giornate di primavera. Nel luglio 2015 lo stesso Fondo Ambiente ha firmato una convenzione con il Comune di Milano impegnandosi a progettare e raccogliere fondi per un progetto di restauro e apertura al pubblico.
Qual è invece la suggestione degli studenti del Virginio? “Abbiamo scelto quest’edificio perché è particolarmente bello, iniziando ad analizzarlo con un rilievo topografico - spiega la professoressa di progettazione Marcella Coscia - L’idea è quella di restituire l’edificio alla sua funzione originaria”.
Già, anche nel 2019 c’è chi avrebbe bisogno di bagni pubblici. Per esempio i senzatetto che d’estate popolano il sottopassaggio del Movicentro. Ogni anno, con l’arrivo della bella stagione, si riaccende la polemica sulle condizioni delle persone che vivono nei pressi della Stazione e nel progetto degli aspiranti geometri potrebbe esserci la soluzione. “Loro avrebbero bisogno di un posto dove sostare di giorno, perché si trovano a vagare senza meta per la città - continua la docente -. Nel progetto di riqualificazione sono previsti bagni, un deposito per i bagagli e sportelli dove i senza fissa dimora possono avere assistenza legale e psicologica”.
Per il completamento dell’iniziativa gli studenti sono venuti in contatto con l’associazione Papa Giovanni XXIII, che si occupa di aiutare gli ultimi e hanno collaborato con il Comune di Cuneo che ha guardato con interesse all’idea, tant’è che l’assessore Luca Serale ha accompagnato nella capitale i ragazzi e le due docenti che hanno seguito il progetto, Marcella Coscia e Luisa Barutta. “Per l’amministrazione è un onore e un orgoglio aiutare dei ragazzi del genere, capaci di vincere un concorso nazionale con un progetto ulteriormente valorizzato dalla chiave sociale” ha commentato con entusiasmo l’ex vicesindaco.
“Abbiamo voluto stimolare gli studenti a scoprire la bellezza che si nasconde dietro il degrado del tempo e dell'abbandono, sia per gli edifici che per le persone - concludono in coro le docenti - L'incontro coi senzatetto ci ha aiutato a scoprire la ricchezza che può offrire ogni persona, al di là della condizione sociale”.
La riqualificazione di un edificio di valore storico potrebbe dunque avvenire tramite il ripristino della funzione originaria, magari tenendo in considerazione il successo dell’albergo diurno di Milano, aggiungendo al bel progetto di accoglienza dei ragazzi dell’istituto ‘Bianchi - Virginio’ un totem di racconto della storia dell’edificio e di ‘memoria della quotidianità’.