“Ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Salute affinché valutino, con attenzione, la possibilità di commissariare la sanità piemontese”. Con queste parole la capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio Regionale, Francesca Frediani, entra a gamba tesa sulla gestione dell’emergenza coronavirus in Piemonte e sull’operato della Giunta regionale: “Fin dall’inizio abbiamo chiesto a Cirio di circondarsi delle migliori professionalità, invece ha messo in piedi un’Unità di Crisi inadeguata. Il coordinatore sanitario, ex direttore ASL sotto le Giunte Cota e Chiamparino, risulta coinvolto in due indagini della magistratura che riguardano il suo operato nelle aziende sanitarie. Nell'unità di Crisi sono altresì presenti un ex Pm della Procura di Torino ed il sostituto Procuratore Generale di Torino. Ci pare quantomeno inopportuna questa vicinanza tra una persona coinvolta nelle indagini della Procura e magistrati”.
I riferimenti sono ad Antonio Rinaudo, ex pm della Procura di Torino che ora coordina l’area giuridica dell’Unità di crisi, e il sostituto procuratore generale Marcello Tatangelo, componente del comitato tecnico-scientifico guidato da Roberto Testi, direttore della Medicina Legale dell’Asl Città di Torino e spesso consulente della Procura. Un attacco che qualcuno potrebbe definire ‘giustizialista’, da grillini della prima ora, condito da abbondante olio piccante: “La gestione della crisi in Piemonte non è all'altezza dell'importante momento di crisi che ci troviamo ad affrontare. I dati del contagio nella nostra regione continuano a peggiorare a differenza di altre realtà del nord Italia. Occorre intervenire subito, la lista delle criticità è fin troppo lunga”.
L’attacco della Frediani fa seguito all’editoriale al curaro di Marco Travaglio pubblicato stamane, mercoledì 14 aprile, sulle pagine del Fatto Quotidiano. “Non si può lasciare il Piemonte in balla di una giunta di inetti che si ispirano all’unico modello da non seguire: quello lombardo. Non lo diciamo noi: lo dicono i medici, con denunce documentate a cui nessuno ha neppure tentato di replicare (se non col decisivo argomento che gli Ordini dei medici sono ‘al servizio del Pd’) – ha scritto il direttore del foglio vicino al M5S -. La politica non c’entra nulla: c’entra la pelle dei lombardi e dei piemontesi e anche la sorte di un intero Paese ancora bloccato per i numeri spaventosi di quelle due regioni. Il governo, se può, pensi seriamente a commissariare le due Regioni, o almeno le loro Sanità allo sbando. Per il bene di tutti”. L’intervento del giornalista torinese, punto di riferimento per i pentastellati, pubblicato sul FQ di stamane, ha indubbiamente ispirato l’erede di Davide Bono.
La Frediani ha sparato a zero anche contro gli alleati del governo nazionale (vedi alla voce PD): “Il sistema sanitario piemontese era fortemente impreparato a gestire questa emergenza - ha attaccato a testa bassa -, le responsabilità ovviamente non sono tutte da attribuire all'attuale amministrazione regionale. Non può dirsi estraneo chi ha guidato la Regione negli ultimi anni tagliando posti letto ed affidando le partite più importanti agli interessi privati”. Altro fatto che ha mandato fuori dai gangheri la pasionaria grillina è stata la rivelazione di Testi allo Spiffero: “Un componente dell'Unità di Crisi, in queste ore, ha candidamente ammesso che decine di mail sono andate perse. Nel sistema non vi sarebbe più traccia delle segnalazioni dei medici di famiglia inviate ai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) riguardanti pazienti con sintomi riconducibili al Covid19”.
Poi giù altre bordate all’Unità di Crisi su argomenti già noti, dai commissariamenti delle Asl, alla controversa delibera relativa ai malati di Covid nelle RSA, ai cittadini e agli operatori sanitari in attesa di tampone. “Ci siamo limitati ad elencare le principali criticità, ce ne sarebbero ancora molte”, ha concluso sibillina la Frediani. Va detto che il coordinatore dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo, accompagnato dai suoi collaboratori, si era presentato sabato scorso davanti ai microfoni per chiarire molti dei punti oggi rimessi in discussione dalla Frediani. “Sufficienti - conclude la consigliera -, per prendere in seria considerazione la possibilità da parte dello Stato di esercitare poteri sostitutivi nei confronti della Regione Piemonte come previsto dalla legge 131/2003 e dall'Articolo 120 della Costituzione”. Sarà il Governo a decidere se prendere seriamente la proposta oppure derubricarla nel faldone delle boutade.