Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa diffuso da Coldiretti.
Se entrassero in vigore i nuovi dazi sul vino italiano, negli Stati Uniti una bottiglia di Moscato d’Asti, che oggi è venduta al dettaglio in media a 15-18 dollari, verrebbe a costare 23-27 dollari, con una grave perdita di competitività rispetto ai vini di altre nazionalità non soggetti a dazi. Uno scenario da scongiurare, contro cui Coldiretti ribadisce l’urgenza di un intervento da parte del Governo e della Commissione europea. E proprio ai Commissari UE all’Agricoltura Janusz Wojciechowski e al Commercio Phil Hogan si è rivolto in una lettera il Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, in vista della missione a Washington DC.
“Coldiretti apprezza gli sforzi messi in campo per cercare di bloccare la disputa commerciale con l’Amministrazione USA, che speriamo possano avere esito positivo, ma vorremmo sottolineare la necessità che la Commissione europea agisca il più rapidamente possibile al fine di evitare ulteriori escalation delle misure di ritorsione che gli USA stanno minacciando di applicare” scrive Ettore Prandini nel precisare che “questa non sarebbe la prima volta che gli agricoltori subiscono penalizzazioni da dispute geopolitiche che non sono direttamente connesse con la loro attività”. La preoccupazione per i nuovi dazi fino al 100% in valore è forte tra i viticoltori della Granda, in particolare dell’Albese, delle Langhe e del Roero, che trovano oltre confine il miglior mercato, esportando il 75% delle bottiglie prodotte per un valore di 450 milioni di euro su un totale stimato di 600 milioni all’anno.
Gli americani apprezzano particolarmente i vini delle nostre colline, tanto che il 40% delle bottiglie prodotte nella nostra Provincia – rende noto Coldiretti Cuneo – è destinato al mercato statunitense, a cominciare da Barolo, Barbaresco e Moscato d’Asti, ma anche Roero Arneis, Barbera d’Alba e Nebbiolo d’Alba. “Tasse aggiuntive per le vendite sul mercato a stelle e strisce affosserebbero un settore vitale dell’agricoltura cuneese e piemontese, che paga già il conto delle perdite per effetto dei dazi al 25% scattati il 18 ottobre scorso con il Gorgonzola” dichiara Roberto Moncalvo, Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, che aggiunge: “Il braccio di ferro USA-Unione europea si riferisce alla disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus, progetto che tra l’altro non coinvolge neppure il nostro Paese, ed è ora paradossale che l’Italia e i grandi vini della nostra Provincia si ritrovino nel mirino dei nuovi dazi USA con pesanti ipoteche sull’export del nostro agroalimentare”.