Regolarizzare i migranti richiederà mesi, mentre le aziende agricole hanno bisogno di manodopera oggi. È l’allarme lanciato da Coldiretti, secondo cui la regolarizzazione decisa dal Governo, per quanto importante, non risolve il problema della mancanza di 200.000 braccianti nelle campagne italiane a causa del Coronavirus, con gli stagionali stranieri rientrati nei Paesi d’origine che non possono tornare in Italia.
Secondo il Centro studi di Coldiretti, hanno lavorato nei campi solo 2.000 tra le persone che potranno essere regolarizzate e, in ogni caso, è assai improbabile che ciò avvenga prima di metà settembre: il DL Rilancio voluto dal Governo – spiega Coldiretti Cuneo – dovrà essere votato dalle Camere, convertito in legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, in attesa della successiva modulistica che ne renderà concreta l’applicabilità. Nel frattempo, le aziende agricole saranno costrette a lasciare nei campi il 40% dei raccolti per mancanza di braccianti.
Una situazione insostenibile per far fronte alla quale Coldiretti insiste sull’urgenza dei voucher semplificati e dei corridoi verdi dai Paesi dell’Est Europa.
“I percettori di ammortizzatori sociali, gli studenti e i pensionati italiani – spiega il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo – potrebbero lavorare nelle nostre campagne se i voucher in agricoltura fossero finalmente oggetto di un’urgente e radicale semplificazione. I voucher hanno già dimostrato di produrre effetti importanti sulla nostra economia, favorendo l’occupazione e l’emersione del sommerso, ma negli ultimi anni hanno subìto appesantimenti burocratici che ne hanno limitato l’utilizzo”.
“È indispensabile – aggiunge Moncalvo – aprire canali di collaborazione con i Paesi dell’Est, a cominciare dalla Romania, da dove arriva circa 1/3 dei nostri braccianti stagionali, già formati e qualificati, con i quali nel tempo si sono stabiliti rapporti fiduciari”.
“Infine, sulla scia di quanto già fatto da altri Paesi UE, chiediamo di defiscalizzare i carichi contributivi dei salari per garantire maggior equità nella competitività sia a livello nazionale che europeo”, conclude Moncalvo.