CUNEO - I parrucchieri chiedono normalità “Non si lavora più come prima”

La paura del virus non ancora sparita del tutto, lo smart working, i rincari e la tanta concorrenza aumentano le difficoltà: “La gente viene con meno frequenza”. E qualcuno ritocca i prezzi

Silvio Bianco

Redazione 07/05/2022 08:35


“No, non consiglieremo a qualcuno di aprire un’attività di parrucchiere. È brutto da dire, perché è il nostro lavoro, ma oggi ci sono troppe difficoltà”. Le parole di Andrea Dalbesio e Gian Piero Brignone di Hair Salon di Cuneo sono la fotografia migliore per inquadrare il difficile periodo che stanno attraversano i parrucchieri, che come tanti altri settori faticano a ripartire pienamente dopo due anni drammatici. Le bollette aumentate in maniera vertiginosa pesano, la paura del Covid non è completamente sparita e lo smart working tiene le persone a casa, molto più di prima. Il risultato è che dal parrucchiere la gente ci va di meno. A rendere tutto più complicato, la concorrenza sempre più alta: quella “leale” data dalla presenza di un gran numero di parrucchieri nel capoluogo della Granda, e quella “sleale” dei furbetti che dal lockdown in poi continuano a lavorare da casa, in nero. In questo contesto pieno di difficoltà, qualcuno resta fiducioso, altri vedono il futuro più nebuloso, tutti cercano di arrangiarsi e sopravvivere in attesa di tempi migliori.

“Siamo al 30% in meno rispetto ad una volta – spiegano Andrea e Gian Piero, titolari di Hair Salon, in via Sacco e Vanzetti -. Noi siamo a fine carriera, ma oggi non apriremmo un salone, specialmente in due, come abbiamo fatto noi. C’è troppo poco lavoro e ci sono molte difficoltà. La gente esce meno di casa, qualcuno ha ancora paura del virus e ci sono problemi economici che spingono ad andare con minor frequenza dal parrucchiere. Molte persone non ci vanno proprio, pensando di fare tutto da sole, anche le colorazioni, con prodotti comprati ai supermercati certamente più economici, ma che possono causare problemi. Inoltre i saloni sono raddoppiati, mentre la popolazione è sempre quella. Aumento dei prezzi? Recentemente abbiamo fatto un adeguamento, ma era già previsto, perché da 5 anni avevamo le stesse tariffe”. In mezzo a tante difficoltà, i clienti hanno però dimostrato una grande vicinanza ad Andrea e Piero: “Durante il primo lockdown faticavamo a pagare il mutuo, così abbiamo pensato di chiedere un anticipo di servizio ad una sessantina di clienti: hanno aderito tutti, ci hanno dato un po’ di ossigeno. Davvero un bel gesto”.

Se i clienti più affezionati non mancano, altri invece non si vedono più. Lo conferma Silvio Bianco, titolare insieme alla moglie di Acconciature Silvio e Trissi, in via Seminario: “I numeri non sono quelli che avevamo prima della pandemia. Alcuni non vengono più, preferiscono farsi tagliare i capelli da colleghi che lavorano da casa, in nero, un problema che sarebbe da affrontare seriamente. Poi ci sono certe persone, specie quelle più anziane, che hanno ancora paura del Covid: vengono meno di prima e chiedono appuntamenti in momenti in cui c’è poca gente. Inoltre, incide anche lo smart working: le persone stanno più a casa e di conseguenza dal parrucchiere ci vanno meno. Dopo i due anni della pandemia, un miglioramento naturalmente c’è stato, ma non si lavora come prima. Così per noi è dura, considerando anche gli aumenti del 30-40% che abbiamo avuto in bolletta”. La soluzione di un adeguamento del listino prezzi al momento non è presa in considerazione da Silvio e Trissi: “Magari ci penseremo più avanti, ma incrementare le tariffe ora che c’è poco lavoro non ci sembra la cosa giusta. Se vogliamo tenere in questa situazione così complicata, bisogna riuscire a tornare ai numeri che avevamo prima della pandemia. La speranza è che con la bella stagione, una stabilizzazione dei costi e la fine dell’emergenza sanitaria, il lavoro possa aumentare”.
 
Per il momento nessun adeguamento dei prezzi neppure da Olivero Stile, in via XX Settembre. “È da tre anni che non li tocchiamo, ma adesso non ce la sentiamo di farlo – dicono i titolari Roberto Olivero ed Elona Berzani, sua moglie, che analizzano senza giri di parole il momento -. Come sta andando? Non bene. Se facciamo il paragone con il 2019, il lavoro è sceso abbastanza. Tra l’altro noi in quel periodo eravamo in piena crescita, il Covid non ci voleva proprio”. Ma perché la gente va meno dal parrucchiere? Roberto ha la sua spiegazione: “Incidono diversi fattori: qualcuno ha ancora paura del virus, altri dopo questi due anni hanno un po’ perso l’abitudine di venire con una certa frequenza. E poi le persone sono terrorizzate dai media, che presentano sempre le cose peggio di come in realtà sono. Il futuro? Io resto fiducioso, la gente riprenderà la vita di sempre, il bel tempo aiuterà. Abbiamo bisogno tutti di normalità: io sono un po’ stufo alle restrizioni. Spiegatemi a cosa serve che io tenga la mascherina nel mio negozio, quando al bar, magari con lo stesso cliente a cui ho tagliato i capelli, stiamo senza”.
 
Gabriella Veneziano, titolare di Veneziano Parrucchieri, in via Roma, torna su un problema di cui si parla poco, ma che è ben presente e fastidioso per chi lavora in maniera onesta e corretta, anche in mezzo a tante difficoltà: “Con l’introduzione dell’obbligo del Green pass, abbiamo perso molti clienti che hanno trovato colleghi che non lo richiedevano. In compenso, ne abbiamo avuti di nuovi perché ci siamo specializzati sempre di più nella colorazione vegetale: è un’unicità su cui puntiamo molto, proseguendo con gli studi e le ricerche sull’uso delle erbe tintorie, che ci consente di avere una situazione abbastanza stabile, al momento. In un periodo come questo, secondo me la strada è proprio quella di specializzarsi in qualcosa di particolare, che da altre parti il cliente non trova. Solo così si può sopravvivere”. Sui paragoni rispetto ad altri tempi, Gabriella risponde così: “Oggi a pesare in particolare sono le tassazioni. Ma per avere il salone pieno dovevo darmi da fare prima e devo darmi da fare adesso, allo stesso modo: i clienti non arrivano per caso e non restano per farci piacere. Aumento dei prezzi? Lo abbiamo fatto, come avviene abitualmente ogni 6 mesi”.
 

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