"Domani avrò un incontro con il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, sabato sarà ad Alba il capo della Protezione Civile nazionale Angelo Borrelli per il premio Bottari Lattes e approfittando dell'occasione ho invitato tutti i sindaci dei Comuni colpiti per chiudere il pacchetto di richieste. Lunedì e martedì avrò due incontri a Bruxelles con il commissario al Bilancio Johannes Hahn e quello all'Economia Paolo Gentiloni per chiedere l'attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo, per accedere al quale farò da capofila anche per Liguria, Rhone Alpes e Paca, in modo da mettere insieme le diverse aree e arrivare così al livello minimo per accedervi. Un atto del Consiglio darebbe maggiore forza al Piemonte”. Lo ha detto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio stamattina, durante il suo intervento in Consiglio regionale nel quale si è fatto il punto della situazione dopo la disastrosa alluvione di venerdì 2 e sabato 3 ottobre: ad oggi, come già anticipato nei giorni scorsi, i danni sono stimati complessivamente sul territorio regionale in un miliardo di euro.
Il presidente ha poi chiesto al Consiglio che i primi 10 milioni delle risorse che saranno erogati dalla Regione per coprire i danni siano destinati ai privati, e in particolare alle aziende: “Riusciamo a recuperare la somma fra le economie del bilancio della Regione e lo stanziamento di due milioni e mezzo già presente per le emergenze alluvionali. Per queste prime risorse darei la priorità ai privati: il Governo mette i privati sempre in fondo, perché prima giustamente pensa alle infrastrutture e alla sicurezza. Così forniremmo una risposta immediata ai territori colpiti, che sono in grandissima difficoltà”.
A conclusione del suo intervento l’ex europarlamentare albese ha ribadito che “bisogna riuscire a risolvere i problemi in modo strutturale, senza limitarsi a mettere toppe. Dove sono stati fatti interventi seri i fiumi non sono più usciti, anche se in alcuni casi è piovuto più di quanto accadde per l’alluvione del 1994. Va colta l'opportunità di attingere ai fondi che ci saranno per fare interventi risolutivi. Sono costosi, ma dobbiamo riuscire a superare il criterio che adottano a Roma, cioè vedere quanta gente abita in un posto. Facendo così non ci darebbero niente e sarebbe un errore grandissimo, perché facendo morire un piccolo paese di montagna faremmo morire un'intera vallata".