Tutti i “tutor”, i dispositivi per rilevare le violazioni dei limiti di velocità misurando la media di un determinato tratto di autostrada, dovranno essere disinstallati. Lo ha stabilito la Corte d'appello di Roma con una sentenza depositata ieri, martedì 10 aprile.
Nonostante la decisione, però, “il tutor non verrà rimosso dalla rete di Autostrade per l'Italia, ma sarà immediatamente sostituito con un nuovo sistema diverso da quello attuale". Lo annuncia la stessa società autostradale: i dispositivi verranno rimpiazzati entro tre settimane, nel frattempo la società si farà carico delle penali per la mancata rimozione in modo tale da non interrompere l'attività di un sistema che dalla sua adozione (nel 2004) ha ridotto del 70% gli incidenti mortali in autostrada. In provincia di Cuneo sono interessati dal tutor i tratti Carmagnola-Marene (in entrambe le direzioni) e Millesimo-Ceva (direzione Torino) della A6 Torino-Savona.
I dispositivi adottati da Autostrade per l'Italia, secondo la sentenza, sarebbero frutto di un plagio di un brevetto della Craft, depositato nel 1999 da Rossano Donnini, titolare della società. Nel 2000 Donnini presentò l'idea ad Autostrade per l'Italia, che declinò, salvo poi adottare un sistema del tutto simile nel 2004. Il titolare della Craft si rivolse così alla Giustizia lamentando di essere stato “copiato”. Il contenzioso ebbe inizio nel 2006 e potrebbe non essere concluso: Autostrade per l'Italia, infatti, ha annunciato ricorso in Cassazione.