I detti popolari non sono molto teneri verso la gente di Vignolo. “Vignulin ladre e ‘sasin” e “Cui 'd Vignol gnanca 'l diau i vol” fanno intendere che, almeno fino a qualche tempo fa, i suoi abitanti non erano troppo ben visti dai paesi vicini. Persino Giorgio Bocca, ne "Il Provinciale", nel ricordare un episodio che lo vide protagonista durante la Resistenza, tracciò un ritratto poco lusinghiero di chi viveva all’ombra di San Maurizio: “Riconosco nella notte il campanile di Vignolo, il paese da evitare perché i ‘vignulin’ sono carogne e hanno il coltello veloce (…)”. Tempi andati, non c’è dubbio. Certamente chi vi risiede oggi, a dispetto di quanto avveniva in passato, ha molto di che consolarsi, almeno stando ai numeri pubblicati dal Ministero dell’Economia e della Finanze, che ha effettuato un computo dei redditi e principali variabili Irpef su base comunale riferendosi alle dichiarazioni dell'ultimo anno. Secondo questa classifica Vignolo, che può contare su quasi 2mila contribuenti, si piazza al terzo posto in provincia di Cuneo, con un reddito medio pro capite di 23.706 euro. Nella Granda, davanti al Comune del sindaco Danilo Bernardi, ci sono soltanto Piobesi d’Alba (25.318 euro) e Roddi (26.368 euro), con quest’ultimo primo della Granda e al 62esimo posto a livello nazionale, ma si sa che tra Langa e Roero i tempi de “La Malora” sono passati da un pezzo, più o meno da quando si parlava male dei vignolini.
Nella top ten della provincia seguono nell’ordine la capitale delle Langhe, Alba (quarto posto con 23.270 euro), Guarene (quinta con 23.221), il capoluogo Cuneo (sesto con 22.312), Grinzane Cavour (settimo con 22.003), Pocapaglia (ottava con 21.875), Castiglione Falletto (nona con 21.733) e Vicoforte (decima con 21.720). Tra le sette sorelle, oltre alle due già citate, inseguono Fossano, al quattordicesimo posto con redditi medi dichiarati di 21.517 euro, seguita da Bra (18esimo posto con 21.130 euro), Saluzzo (19esimo posto con 21.104 euro), Savigliano (20esimo posto con 21.013 euro) e Mondovì (21esima con 20.965 euro).
Fanalino di coda in provincia di Cuneo è Castelmagno. Il paese dell’alta valle Grana conosciuto per il Santuario di San Magno e per la produzione del re dei formaggi si ferma a 9.059 euro, 247esimo e ultimo in classifica. Un altro vecchio detto ricorda che i soldi non fanno la felicità. A chi glielo ricordava Marilyn Monroe ribatteva: “Se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quelli di un vagone del metrò”. Eppure non tutti la pensano così. Soprattutto dalle nostre parti sono in crescita coloro che hanno rinunciato a stipendi “nella media” in pianura per ritornare alla montagna, dove i redditi sono nettamente più bassi, ma l’anima può godere di maggior salute. Al momento il concetto di felicità non è misurabile con parametri oggettivi, ma scorrendo la graduatoria stilata dal Mef dal basso verso l’alto si nota soltanto che i paesini d’alta quota sono quelli con gli introiti inferiori, in particolare in una delle valli più belle della nostra provincia: la val Maira. Al penultimo posto, con 9.500 euro pro capite all’anno, c’è Elva. Nelle ultime venti posizioni anche Acceglio (14.067 euro), Canosio (12.137 euro) e Prazzo (12.001), ma anche piccoli centri di altre valli, come Bellino (12.488 euro), Pontechianale (12.280 euro), Sambuco (12.923 euro), Oncino (14.106 euro), Crissolo (14.190 euro) e Sampeyre (14.255 euro). In val Maira fa eccezione Marmora, che ha un reddito medio di 20.962 euro, in controtendenza rispetto al resto dei comuni dell'Unione Montana, e si colloca al 23esimo posto in provincia, davanti a località più altisonanti come Barolo e Manta. Va però ricordato che, come per tutti gli altri centri della Granda, vale la regola del pollo di Trilussa: se qualcuno mangia due polli e qualcun altro è rimasto a bocca asciutta, in media ne hanno mangiato uno a testa.
Articolo pubblicato sul numero 7 del settimanale di Cuneodice.it, in edicola il giovedì.