CUNEO - Icardi presenta il piano della Regione per aumentare i posti letto Covid, ma in Consiglio è polemica

L'attacco del consigliere Sean Sacco (M5S): 'La Giunta fa il gioco delle tre carte, i posti vengono creati sottraendoli ad altri reparti'

Redazione 13/10/2020 16:46

Nuovi posti letto per pazienti positivi al Coronavirus sintomatici, ma che non necessitano di assistenza in terapia intensiva o semintensiva. Lo prevede l’aggiornamento del Piano Pandemico operativo Covid-19 della Regione Piemonte. A ufficializzarlo una nota scritta dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, letta in Consiglio regionale nell’ambito dei question time, in risposta all’interrogazione del consigliere del Movimento 5 Stelle, Sean Sacco, sulla nuova programmazione dei posti letto in previsione di un aumento della curva dei contagi Covid.
 
In aggiunta agli oltre 800 posti letto di media e bassa intensità già presenti su tutto il territorio piemontese, l’assessore ha comunicato che saranno attivati fino al 40-50 per cento dei posti letto nei presidi sanitari SPOKE (locali) e fino al 35-45 per cento negli Hub centrali. Ogni ospedale attiverà un reparto di almeno 20 posti letto di degenza ordinaria, prontamente utilizzabili in base all’andamento dei ricoveri e progressivamente incrementabili in base al flusso di pazienti; ai Covid hospital di Saluzzo, Borgosesia, Carmagnola e Tortona, si aggiungono l’Amedeo di Savoia e l’Oftalmico di Torino; ogni Asl sta infine attivando tutte le possibilità per reperire rapidamente posti letto di bassa intensità di cura e di assistenza alberghiera.
 
Secca la replica di Sacco: “La Giunta fa il gioco delle tre carte. La Regione non è pronta per la seconda ondata. Nel Piano pandemico del Piemonte non c'è nessuna soluzione. I posti letto per i pazienti Covid, semplicemente, vengono creati sottraendoli ad altri reparti. Il rischio è evidente: centinaia di persone che potrebbero avere bisogno di cure verranno lasciate a casa, con tutte le conseguenze del caso. Come se non bastasse, nel documento non vi è alcuna indicazione chiara per le Aziende sanitarie che, ancora una volta, vengono abbandonate a sé stesse. Nulla è cambiato dunque dalla prima ondata di contagi: se a marzo scorso la Giunta poteva avere qualche giustificazione plausibile oggi non ce ne sono”.

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