Riceviamo e pubblichiamo.
Caro direttore,
la ricorrenza del 25 aprile, che l’Italia ufficiale celebra quale Festa nazionale, trova noi di Destra uniti fervidamente nel ricordo dei nostri Caduti che nelle drammatiche giornate di lutto e di vendetta dell’aprile-maggio 1945 caddero per mano fratricida. Purtroppo, il 25 aprile non è stato la fine della guerra civile, ma continua ad essere negli anni la data simbolo della divisione e della discordia degli Italiani.
Ai “vinti” di allora e ai loro eredi non spetta niente: né ricordi, né comprensione, né giustificazione, né rispetto. Nello spirito di riconciliazione nazionale noi ci inchiniamo doverosamente alla memoria di chiunque, senza distinzione, si sia sacrificato per la Patria. Ma dopo ben 74 anni è ancora da venire la pacificazione degli Italiani. Noi respingiamo la pretesa di una “memoria da condividere” per tutti, in nome di una “parte giusta” che condanna eternamente gli appartenenti alla “parte sbagliata”. Noi rivendichiamo, invece, una “memoria da accettare” da ogni parte in causa, dove ognuno mantenga legittimamente le proprie idee e posizioni politiche, se si vuole finalmente ritrovare l’unità del popolo italiano per affrontare le incombenze nazionali, civili e sociali del futuro.
Paolo Chiarenza, Guido Giordana, Luca Ferracciolo, Alessandro Balocco, Mario Franchino, Maurizio Occelli, Denis Scotti, Enzo Tassone, Fabio
Mottinelli, Paolo Barabesi