Nei capoluoghi di regione italiani la temperatura media annua ha segnato un’anomalia di +1,2 gradi rispetto al valore climatico 1971-2000, secondo i dati Istat riferiti al 2022. In particolare, il Piemonte, secondo l’analisi di Anbi di febbraio, è la regione con i territori più aridi della penisola. Il cambiamento climatico c’è, “è una vera e propria emergenza e come tale deve essere trattata”. A dirlo è Luca Bellini, referente del gruppo Friday for Future di Cuneo.
Il 3 marzo 2023 è stata indetta la giornata di sciopero globale per il clima. “A Cuneo stiamo preparando un corteo per le vie cittadine”, spiega Bellini. Il ritrovo è fissato per le 9 alla stazione, poi proseguirà per corso Giolitti, ci sarà un flash mob e si arriverà fino al parco della Resistenza. “Abbiamo un programma in corso di definizione. Ci stiamo organizzando per chiamare persone che gestiscano workshop su diversi argomenti. Vogliamo dare centralità alle idee di coloro che verranno alla manifestazione”, continua.
Le attività del gruppo Friday for Future del capoluogo della Granda non si limitano però alla giornata del 3 marzo. Attualmente il comitato organizza riunioni ogni venerdì dalle 18 alle 20 in vista dello sciopero. In più, pianifica presidi in piazza nelle stagioni più calde e porta avanti varie iniziative. “Qualche settimana fa abbiamo fatto una cena vegana, ieri un’assemblea con il biennio del liceo Edmondo de Amicis. Le nostre attività spaziano molto e comprendono sia una parte più politica sia iniziative volte alla sensibilizzazione”, afferma il referente.
Il nucleo organizzativo a Cuneo è composto da circa una decina di persone, sia donne che uomini, dai 15 ai 40 anni. Ci sono studenti delle superiori, dell’università e anche lavoratori. “Chiediamo - dice Luca Bellini - sia a livello globale che nazionale che si guardi alla crisi climatica come un’emergenza. A livello locale esortiamo il Comune ad agire nel concreto, in particolare sui trasporti. Vogliamo iniziare una campagna per rendere Cuneo una città davvero sostenibile”.
In Italia, il gruppo Friday For Future non chiede solo l’intervento di chi ha poteri decisionali, ma propone soluzioni concrete immediate. Sostengono che “l’unica agenda possibile sia quella climatica”, si legge nel loro manifesto. In particolare, le proposte si articolano su cinque temi attuabili fin da subito. In primo luogo, chiedono di modificare il settore dei trasporti e della mobilità, che in Italia è responsabile del 25% delle emissioni di gas a effetto serra. È necessario, secondo loro, ripensare il modello della mobilità nella penisola. Propongono treni regionali e trasporto pubblico locale gratuiti, uno sconto del 75% sul costo dei biglietti Intercity e uno del 50% sul costo dei biglietti dell’Alta Velocità Frecciarossa e Frecciabianca. Chiedono inoltre lo stop dei voli aerei a breve percorrenza e dei voli privati.
Il secondo punto, che riguarda l’energia, è volto a sottolineare la necessità di vietare i nuovi progetti legati alle fonti fossili. In seguito, introducono il capitolo “lavoro”, chiedendo la riduzione dell’orario lavorativo da 40 ore settimanali a 32 a parità di salario. Questa misura “potrebbe contribuire ad adattare l’economia alle esigenze della società e dell’ambiente, anziché sottomettere la società e l’ambiente alle esigenze dell’economia”, si legge nel manifesto. Il quarto punto affronta il tema dell’edilizia e della povertà energetica. Il gruppo chiede l’isolamento di tutte le case popolari e di tutti gli edifici scolastici italiani entro il 2025 perché il patrimonio edilizio è “il maggiore consumatore unico di energie in Italia, con il 45% del consumo di energia finale e il 39% delle emissioni di gas a effetto serra”. L’efficientamento degli edifici avrebbe anche ripercussioni sociali. Comporterebbe, infatti, una riduzione dei costi di gestione per la pubblica amministrazione, per cittadini e imprese, un miglioramento della qualità degli edifici e dell’aria al loro interno, una riduzione delle emissioni e la creazione di nuovi posti di lavoro.
L’ultimo punto riguarda l’acqua, che sta diventando una materia prima sempre più preziosa in seguito alla crisi idrica in atto. È importante, quindi, ridurre i consumi e gli sprechi. In tal senso richiedono un intervento di manutenzione della rete idrica che versa in pessime condizioni. Le perdite della rete idrica, secondo Istat, ammontano al 42%. In Italia, ogni giorno, si sprecano 156 litri di acqua per abitante.
Quella in corso è una vera e propria crisi, a cui bisogna rispondere nel minor tempo possibile. “Non possiamo più aspettare. Dobbiamo trattarla come un’emergenza e avere il coraggio di fare qualcosa di concreto”, ha concluso Luca Bellini.