“Solidarietà con gli uomini e le donne dell'Acquarius”, questo il titolo dell'Ordine del Giorno proposto dai consiglieri di Cuneo per i Beni Comuni Ugo Sturlese, Luciana Toselli e Nello Fierro durante il Consiglio comunale di ieri sera, lunedì 25 giugno. Un tema d'attualità che ha animato la seduta per circa due ore, facendo discutere e dividendo l'assemblea municipale cuneese. Ad illustrare il testo è stato Nello Fierro: “Dobbiamo esprimere la nostra solidarietà, dobbiamo condannare la scelta del Governo. Siamo un paese di mare, la cui cultura obbliga a soccorrere chi vi si trova in difficoltà: la nave Acquarius respinta e lasciata in balìa del mare con 629 migranti a bordo rappresenta una pagina nera nella storia del nostro paese. Dobbiamo far sapere che se Cuneo fosse un porto, questo sarebbe stato aperto per accogliere la nave Acquarius. Chiediamo di trasmettere questo testo al nostro Governo”.
Il tema, come detto, ha generato un dibattito durato oltre due ore, che ha toccato diversi temi legati alla questione delle migrazioni, dell'accoglienza e delle migrazioni. Il primo ad intervenire è stato Beppe Lauria: “Non accetto l'idea secondo la quale se uno è contrario a questo tipo di immigrazione sia per forza un “cattivo”, un “senza cuore”. Gli sbarchi non sono cessati, l'Acquarius semmai ha rappresentato un caso limite, un segnale che questo Governo ha voluto dare. Qui non si tratta di accogliere o di soccorrere in mare: le nostre navi della Marina vanno direttamente in Libia a prendere le persone a 2 miglia dalla costa. Nessuno nega che sia doveroso soccorrere chi scappa da situazioni difficili, ma bisogna fare delle distinzioni. Qui non c'è posto per tutti, bisogna dirlo in modo chiaro. E' impossibile pensare di accogliere tutti e garantire benessere a tutti. Noi avremmo dovuto preoccuparci di creare le condizioni per cui nessuna di queste persone dovesse scappare dalla loro terra, e questo è responsabilità di tutti i Governi che si sono susseguiti, sia di destra che di sinistra”. A seguire l'intervento di Alberto Coggiola (Moderati): “I vescovi italiani parlano di accoglienza, di convivenza multietnica e multireligiosa, quelli africani incoraggiano i giovani a non lasciare le terre d'origine, a prodigarsi per il loro sviluppo. Sono punti di vista molto diversi che dovrebbero far riflettere. Molti dei giovani che partono dall'Africa vengono illusi di trovare “l'El Dorado” al di là del Mediterraneo, e purtroppo molto spesso non è così. Molti trovano l'emarginazione, trovano altra povertà, la disoccupazione. Insomma, se soccorrere un migrante in difficoltà è doveroso, è inaccettabile poi abbandonarlo una volta sbarcato in Italia”.
Di parere decisamente diverso Simone Priola (Pd): “Siamo di fronte ad un fenomeno storico come le migrazioni, un fenomeno che non può essere controllato da un Governo nazionale. Questo Governo deve dare dimostrazione di qual è la sua idea di gestione e integrazione dei migranti: queste persone non possono in alcun modo essere fermate. E' chiaro che si deve provare ad agire anche sulle cause che portano queste persone ad emigrare, ma ci vuole un'azione seria: l'Italia poteva avere una credibilità importante grazie al lavoro fatto da Minniti, mentre le azioni di questo Governo la credibilità la stanno facendo perdere agli occhi dell'Europa. Pensare di alimentare i peggiori istinti per fini elettorali e per interessi di breve termine non ci farà bene. Il prezzo dell'incapacità di gestire un fenomeno non deve essere fatto pagare ai più deboli, di qualunque nazionalità essi siano”.
Per molti, in ogni caso, è doveroso agire sulle cause che generano i flussi migratori dall'Africa verso l'Europa. E' il caso di Luca Pellegrino, capogruppo di Centro per Cuneo: “Il problema va risolto a monte, smettendo di sfruttare i paesi meno sviluppati, come si fa da secoli e come si continua a fare”. Di parere analogo Maria Laura Risso (Centro per Cuneo): “Ho trascorso un anno in Africa come volontaria. Le situazioni di guerra e sfruttamento di questo continente hanno costretto molte persone a fuggire. E' qui che bisogna agire. Bisogna mettere in condizione queste persone di non mettersi in mare a rischiare la vita. Una volta che queste persone sono in mare abbiamo il dovere di accoglierle, è disumano non farlo”.
Sono poi intervenuti anche Ugo Sturlese (“Si cerca di scaricare sui migranti le colpe dei problemi del nostro paese, si alimentano i sentimenti peggiori dell'animo umano. La realtà è che oggi non esiste un'emergenza: i provvedimenti di Minniti hanno ridotto gli sbarchi del 65%”) e Manuele Isoardi, che ha letto un comunicato diffuso dal Movimento 5 Stelle dal titolo “L'ipocrisia sui migranti affonda l'Europa: “È il momento di richiamare al rispetto delle regole i nostri partner europei e tutti i soggetti impegnati nella gestione e nell’accoglienza della moltitudine di disperati che si riversa in mare in cerca di un futuro in Europa”.
Un dibattito lungo ed articolato, che si è però concluso in una “bolla di sapone”: dopo l'approvazione da parte del Consiglio di un emendamento di modifica al testo proposto da Loris Marchisio di Centro per Cuneo (in cui la “condanna” della scelta del Governo veniva sostituita con alcune “sollecitazioni”) i proponenti hanno deciso di ritirare l'ordine del giorno, che così non è stato votato.