BORGO SAN DALMAZZO - Il Comitato No Biodigestore rilancia la battaglia: "Dalla Manassero una pugnalata nella schiena"

Ieri sera l'assemblea pubblica nel salone consiliare borgarino, tra i dubbi sulla sostenibilità dell'impianto e i timori di riapertura della discarica: "Le vasche di Borgo non sono esaurite..."

Andrea Dalmasso 07/03/2023 09:10

A circa un anno e mezzo dall’ultima volta, è tornato a riunirsi ieri sera, lunedì 6 marzo, il comitato No Biodigestore di Borgo San Dalmazzo. L'incontro pubblico, che si è svolto nel salone consiliare borgarino, è stato organizzato dopo gli ultimi sviluppi sulla vicenda, con il parere favorevole espresso dall’assemblea dei Sindaci Acsr-CEC lo scorso 17 febbraio sui fondi PNRR destinati al progetto. Decisivo, in quella sede, il “sì” di Cuneo, malgrado nei giorni precedenti la sindaca Patrizia Manassero avesse annunciato che la posizione di Borgo (contraria) sarebbe stata rispettata.
 
Proprio su quest’ultimo punto si è soffermato Mauro Fantino, ex assessore e fondatore del comitato, nel suo intervento di apertura: “Un voltafaccia gravissimo, una cosa inimmaginabile. Una pugnalata nella schiena non solo di Borgo, ma di tutto il territorio: una cosa che va al di là della sola questione biodigestore”. “Si è sempre detto che i due elementi fondamentali per questo impianto - ha poi proseguito Fantino - erano il favore di Borgo e il conferimento dei rifiuti da tutta la Provincia, che oggi non c’è”. Nelle ultime settimane a Borgo ha iniziato a farsi strada il timore che la realizzazione del biodigestore nel sito di San Nicolao possa essere “propedeutica” ad una riapertura della discarica. Un sospetto di cui ha parlato lo stesso Fantino: “Noi stiamo pensando che dietro questa operazione ci sia qualcos’altro: da tempo chiediamo il ripristino ambientale delle discariche chiuse tra il 2007 e il 2009, ma questo continua a non avvenire”.
 
Poi l’intervento di Franco Dini, ex consigliere comunale e da sempre membro del comitato: “Noi non stiamo improvvisando, non facciamo populismo, non parliamo per slogan: studiamo la materia da tre anni. Siamo stati accusati di fare disinformazione e terrorismo: siamo fin da ora disponibili ad organizzare un dibattito pubblico con chi ci rivolge queste accuse, per rispondere nel merito ad ogni domanda. Come abbiamo già detto negli scorsi anni non siamo contrari alla tecnologia del biodigestore: siamo contrari a un biodigestore di queste dimensioni in quel sito, in una posizione non baricentrica rispetto alla provincia di Cuneo”.
 
In prima linea nella battaglia contro il biodigestore, fin dalle prime schermaglie del 2019, anche la sindaca di Roccavione Germana Avena: “Quando sono diventata consigliera comunale, nel 1975, ancora bruciavamo i rifiuti sulle rive del Gesso. Poi la situazione è migliorata grazie al sacrificio di Borgo. So cos’è Acsr, conosco tutta la storia, conosco la materia, so di tutti gli ‘esperimenti’ che sono stati compiuti in quel sito. Nel 2019 ho votato contro. Sapevo già da allora che Saluzzo e Mondovì non avrebbero portato qui i rifiuti: oggi la situazione è rimasta identica. Il 17 febbraio, nell'assemblea Acsr-CEC, chi diceva di no argomentava e dava spiegazioni. Chia ha detto sì lo ha fatto per carriera, per posti in amministrazione”. Al centro della questione, come già emerso nelle scorse settimane, la sostenibilità economica dell’impianto. Il PNRR metterà a disposizione circa 13 milioni, ma a causa dei rincari la realizzazione potrebbe arrivare a costare tra i 18 e i 20 milioni di euro, da coprire tramite mutuo. In più, ad oggi non c'è la disponibilità dei consorzi del monregalese e del saluzzese a conferire i rifiuti a San Nicolao: “Se l’operazione fallisce e l’impianto non funziona, a pagare il prezzo saranno i cittadini con le loro bollette”, ha detto la prima cittadina di Roccavione.
 
Anche Avena ha poi ripreso il timore della riapertura della discarica: “Borgo ha delle vasche che non sono esaurite: possono essere riprese. Di biodigestori ce n’è dappertutto, molto distanti dai paesi, di discariche nuove invece non ne vedete aprire più. Se Borgo perde questa battaglia può perdere anche quella della riapertura della discarica”.
 
Poi l’intervento della sindaca di Borgo San Dalmazzo Roberta Robbione: “Non ho mai messo in discussione il discorso ambientale e tecnologico, solo quello economico. In quell’assemblea del 17 febbraio alcuni colleghi, tra i quali il sindaco di Boves Maurizio Paoletti, hanno detto che se i consorzi provinciali non conferiranno, allora a Roma sono pieni di rifiuti che potremmo portare qui: sono gli stessi che parlavano di biodigestore che sarebbe servito a promuovere un’economia circolare. Quel giorno diciotto Sindaci hanno alzato la mano per dire ‘sì’, diciotto hanno detto ‘no’. Senza voto ponderato parleremmo di un pareggio. Abbiamo avuto grande sostegno dalle nostre valli, ad eccezione di Valdieri ed Argentera, che ne hanno fatta forse una questione politica". 
 
Poi un passaggio sulla questione urbanistica, emersa nel Consiglio comunale di Borgo il 16 febbraio, con i dubbi sulla conformità del progetto al Piano regolatore: “Abbiamo chiesto approfondimenti, ma Acsr non ci ha ancora fornito risposte. Anzi: hanno detto che quando si tratta di bene pubblico si va oltre la volontà del Comune”.
 
In sala era presente una nutrita rappresentanza della politica locale: dalla deputata del PD (borgarina) Chiara Gribaudo, ai consiglieri comunali di Cuneo Luciana Toselli, Ugo Sturlese, Claudio Bongiovanni, Giancarlo Boselli e Paolo Armellini, passando per il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Ivano Martinetti.
 
Chi è impegnato nelle istituzioni deve sempre pensare all’interesse dei cittadini”, ha detto Chiara Gribaudo, anche lei da sempre apertamente schierata contro il progetto: “Nel 2019 chiesi a chi serviva questo biodigestore. Non mi hanno risposto allora, nessuno ha risposto tutt’ora. A Borgo la situazione è molto diversa da quelle dove solitamente si costruiscono i biodigestori: siamo vicino a terreni agricoli, sulle rive di un fiume. A causa dei cambiamenti climatici rischiamo di non avere più acqua, né neve, e andremmo a consumare cinque volte l’acqua per questo impianto: mi sembra una ca**ata, non so come altro dirlo. I fatti dicono che ad oggi non ci sono le condizioni nè economiche, né ambientali, per realizzare questo impianto. Ci sono finanziamenti che sono utili e servono, ma prendere soldi tanto per dire che li hai presi anche senza i requisiti è sbagliato. Lo dico prima di tutto da cittadina”.
 
Ivano Martinetti, albese, ha invece posto dei dubbi sulla disponibilità del consorzio Alba-Bra a conferire i suoi rifiuti a Borgo San Dalmazzo, nonostante un prezzo superiore a quello che paga attualmente: “Si dice sempre che noi laghetti siamo abili affaristi. Uno che ha in essere un contratto a 35 euro a tonnellata e poi promette di sottoscrivere un accordo per il triplo mi sembra davvero poco langhetto”.
 
Poi l’intervento di Giancarlo Boselli, che nelle scorse settimane aveva chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla vicenda, poi respinta dal Consiglio comunale di Cuneo: “Non è possibile che la vicenda si chiuda in questo modo, che si dica che non importa se le 45 mila tonnellate oggi non ci sono, perchè in qualche modo si troveranno. Qualcosa non quadra, è evidente. Quello che ha fatto Patrizia Manassero è vergognoso”, ha detto il consigliere comunale di Indipendenti, che ha poi “stuzzicato” Chiara Gribaudo sul decisivo “sì” della stessa Manassero, anch’essa esponente del PD. 
 
Questa decisione è sciagurata, così va giudicata. Abbiamo l’impressione che la democrazia in questa provincia stia registrando dei grandi limiti. Ci sono dei poteri che io chiamo occulti, ma in realtà sono chiarissimi, che indirizzano questa e altre decisioni”, ha detto invece Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni), riprendendo un concetto già espresso in Consiglio comunale: “Dire che i rifiuti sono una risorsa è una ca**ata assurda che nessuno più sostiene, questo impianto sarebbe uno stimolo ad aumentare i rifiuti, mentre si deve andare in direzione opposta”.
 
In sala erano presenti anche diversi esponenti della Giunta Robbione (ad intervenire Francesco Rosato e Armando Boaglio). Quest'ultimo ha manifestato un ulteriore timore, quello che l'impianto possa cadere in mano ai privati se ritenuto no funzionante: "Alcuni giorni fa in centro Borgo abbiamo notato delle auto di Iren: è solo un caso?". A chiudere gli interventi ancora Mauro Fantino: “Come si agisce adesso? A differenza di prima abbiamo un’amministrazione di Borgo che dice no e si occuperà della battaglia a livello legale. In sede di Valutazione d’Impatto Ambientale la Provincia di Cuneo ha detto che le valutazioni saranno effettuate sul progetto definitivo, che ha un costo circa 10-15% dell’opera. Questo è un altro punto da sottolineare, ad oggi un progetto in Provincia non c’è, abbiamo solo uno studio di fattibilità: quando arriverà, come comitato, faremo le nostre osservazioni alla Provincia con le argomentazioni di cui abbiamo parlato nelle nostre assemblee”.

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