La Giunta del Comune di Gaiola, come già accaduto in altre amministrazioni della provincia, ha deliberato l'autorizzazione al proprio Sindaco Fabrizio Biolé a chiedere al Ministero dell’Economia e delle Finanze ed al Ministero dell’Interno la restituzione delle entrate erariali decurtate durante la redistribuzione del fondo sperimentale di riequilibrio del fondo perequativo per il 2013.
L'elaborazione della richiesta prende spunto da una sentenza della Corte Costituzionale che a giugno 2016 aveva dichiarato non legittima la norma del Governo Monti che prevedeva - nel 2012 sul 2013 - la riduzione dei fondi sperimentali e dei traferimenti ai Comuni per un totale nazionale di più di due miliardi di euro, suddividendola tra i Comuni in base alle spese sostenute per i consumi intermedi estrapolate dal Sistema SIOPE.
La quota "sottratta" irregolarmente - in base alla sentenza della Corte 129/2016 - al Comune è stata di poco meno di ventiquattromila euro, reiterata anche negli anni successivi.
Grazie alla sentenza stessa ed alla sua retroattività, l'Ente - al pari degli altri Comuni - si trova in una situazione di difficoltà legittimamente riconosciuta, per aver subito una ingiusta riduzione delle entrate erariali e l'organo esecutivo ha ritenuto doveroso chiedere il rimborso al MEF e al Ministero dell'Interno della quota di 23,881,35 euro per quattro anni; un totale di 95.525,4 euro.
"Abbiamo ritenuto doveroso agire in questi termini, e suggerisco a tutti gli Enti di procedere in tal senso, sia per un motivo molto pratico e di sostanza - qualche decina di migliaia di euro, in questo caso probabilmente illegittimamente "scivolati" via dal bilancio comunale nella frenesia della spending review montiana, sono sempre davvero risorse utilissime nei periodi di difficoltà amministrativo-finanziaria che stiamo passando -, sia per una motivazione di principio: è indubbio che a partire dal ciclopico debito pubblico nazionale, tutti i livelli istituzionali hanno grandi difficoltà, ma il principio secondo cui gli enti territoriali debbano sacrificarsi e sacrificare risorse formalmente proprie per coprire le pecche dei livelli superiori, non è accettabile. Mai! - dichiara il Sindaco Biolé - La Corte, su sollecito del TAR Lazio chiamato in causa dal Comune di Lecce, si è espressa chiaramente. Non so se l'effetto della nostra e delle altre delibere sarà solo "politico" o avrà delle conseguenze concrete. La convinzione unanime della Giunta a procedere in tal senso però c'è stata e confido possa essere d'esempio per altri enti!"