“Carmine Iannone con la moglie Maria Di Paola, Felicita Bongiovanni, Caterina Giobergia, Anna Maria Magliano con il nipotino Riccardo Sobrino (5 anni), Daniele Vola, Daniela Mascarello, Giuseppe Borra, Giuseppe Peisino, Adriano Bonino e il figlio Giuseppe, Maria Mancardi, Rinaldo Voarino, Angelo Pignataro, Angela Vero e Dionisio Camera, Giovanni Conterno e Loredana Giacone, Gianluca Milano, Gianstefano Garelli, Lorenzo Monti, Haki Leknikaj, Dorian Gjata, Livio Taricco, Mario Pastura, Franco Turco, Maria Robaldo. Il corpo di Emiliano Rossano fu l’ultimo a venire ritrovato, il 26 marzo ‘95”.
E’ iniziata con la lettura commossa, da parte del presidente della Provincia Federico Borgna, dell’elenco delle 29 vittime la commemorazione della tragedia dell’alluvione che venticinque anni fa, il 5 novembre 1994, travolse la provincia di Cuneo e tutto il Basso Piemonte con l’esondazione del fiume Tanaro e dei suoi affluenti, in particolare il torrente Belbo. La grande alluvione coinvolse anche Torino, Asti e Alessandria causando in totale 70 vittime e 2.226 sfollati in Piemonte. Il Consiglio provinciale di lunedì 4 novembre alle 15.30 si è aperto con il ricordo e il silenzio di tutti i consiglieri provinciali.
Il presidente Borgna ha poi fatto un quadro generale di quella che fu per il Piemonte l’emergenza più grave degli ultimi cinquant’anni. Dopo 3 giorni di piogge continue il Tanaro crebbe a livelli spaventosi. Un’onda di piena si formò il 5 novembre a Ormea e, correndo verso valle, devastò con furia tutto il suo corso e le decine di centri abitati lungo le sue sponde, sino a giungere presso la confluenza nel Po alle prime ore del giorno 7 novembre.
La grande alluvione cambiò anche la geografia dei luoghi e la vita delle persone. Particolarmente sconvolto dall’evento alluvionale risultò tutto il tratto compreso tra il comune di Ceva e la confluenza con la Stura presso Cherasco, dove il fiume Tanaro distrusse quasi totalmente la maggior parte dei manufatti civili presenti (abitazioni, ponti, strade, ecc…), mutando anche per ampi tratti in modo definitivo la fisionomia del suo letto e del fondovalle. L’alluvione del 1994 fu anche la prima grande emergenza di tipo idrogeologico che coinvolse il sistema di Protezione civile, il primo banco di prova della legge 225 che nel 1992 (soltanto due anni prima) aveva istituto il Servizio Nazionale di Protezione civile. Da quel momento vennero messe a punto procedure di allertamento e gestione degli eventi critici che nel corso di due decenni sono andate affinandosi. Borgna ha anche ricordato come eventi disastrosi come le alluvioni vengano oggi associati più precisamente al fenomeno dei cambiamenti climatici e come da allora sia cresciuta l’attività di previsione e prevenzione dei rischi che ha portato alla definizione e alla nascita di un sistema di monitoraggio e allertamento su tutto il territorio nazionale. Al dibattito sono intervenuti i consiglieri provinciali Massimo Antoniotti, Roberto Passone, Simone Alberto e Carla Bonino che hanno sottolineato – in particolare – il tributo che la gente e il territorio di Langa pagarono per quell’evento che però segnò, nel contempo, grazie alla presenza dei tanti volontari lavolontà di riscatto e di ripartenza per tutta la Granda. a titolo di esempio è stata ricordata la vicenda dell’azienda Ferrero di Alba che, allagata e inagibile, venne riportata in attività nell’arco di 15 giorni grazie al lavoro volontario dei dipendenti e di tanti amici, così come avvenne anche in altre località. Anche oggi, è stato detto, servono leggi e normative che favoriscono e non intralcino lo sforzo e l’impegno di tanti cittadini.