Alla presidenza di Leonardo, il colosso della difesa e dell’aerospazio, andrà l’ex diplomatico Stefano Pontecorvo. Un nome che piace a molti nell’attuale governo, tanto che i rumors lo davano come possibile ministro degli Esteri della Meloni. Alla Farnesina è poi andato il proconsole forzista Antonio Tajani, ma Pontecorvo potrà rifarsi con un incarico di grande responsabilità.
La ex Finmeccanica, prima azienda europea del comparto difesa e dodicesima al mondo, è stata al centro del confronto più serrato all’interno del governo. Si duellava in particolare sul nome dell’amministratore delegato: la premier ha voluto a tutti i costi Roberto Cingolani, ex ministro della Transizione ecologica di Draghi, facendo storcere il naso a molti dei suoi fedelissimi - compreso il titolare del dicastero della Difesa, Guido Crosetto. La nomina di Pontecorvo, si dice, va letta soprattutto come una “compensazione” gradita proprio a Crosetto.
Nella Granda è di casa da anni l’ex alto rappresentante della Nato in Afghanistan, da dove coordinò i voli della speranza nei giorni della conquista talebana di Kabul. Sposato con la cuneese Lidia Ravera, vive nella città dei sette assedi per buona parte dell’anno e qui ha partecipato spesso ad incontri pubblici. L’ultimo appena tre settimane fa, nel salone d’onore del municipio.
Si parlava del conflitto russo-ucraino e della possibilità per l’Italia di guadagnare spazio sullo scacchiere internazionale sfruttando il livello tecnologico della sua industria:
“Un’opportunità che l’attuale presidente del Consiglio capisce benissimo” aveva assicurato Pontecorvo, già allora in odore di nomina.