"Il “Decreto Dignità”, il primo atto organico del Governo Conte in tema di economia e lavoro, contiene disposizioni che preoccupano artigiani, commercianti e piccole imprese e deludono le aspettative di una reale virata delle politiche del lavoro e fiscali in grado di favorire un’accelerazione dei livelli di crescita". Questo il commento di Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, dopo i primi giorni di operatività del decreto. Dai dati ricavati da una recente indagine condotta dall’Associazione degli artigiani, emergono con chiarezza i limiti del testo legislativo, con una previsione di riduzione dei posti di lavoro, a seguito dell’irrigidimento della normativa riguardante la reintroduzione della cosiddetta “causale” nei contratti a tempo determinato.
Il nuovo decreto prevede altresì una restrizione per le imprese sull’utilizzo del lavoro interinale che, in alcuni casi, risulta funzionale all’attività fornita dalle aziende stesse – si pensi ad esempio alle imprese di pompe funebri con i portantini, oppure alle aziende della ristorazione.
"Riteniamo non si debba demonizzare l’assunzione a tempo determinato, – prosegue Crosetto – creando troppe difficoltà nella sua applicazione. In una realtà come è l’attuale, caratterizzata dall’incertezza dei mercati e da una sempre più spiccata flessibilità richiesta alle aziende, risulta quanto meno anacronistico imporre ai datori di lavoro imprenditori l’onere di assicurare, sempre e ovunque, il “posto fisso” ai propri dipendenti. Più in generale, segnaliamo che ancora una volta il provvedimento sembra stato fatto senza tener conto delle reali condizioni del Paese, caratterizzato da situazioni differenti: l’Italia è fatta da grandi città e grandi imprese, certo, ma anche di piccoli centri e piccole aziende. E proprio alle piccole e medie imprese, da sempre asse portante dell’economia nazionale e locale, che la Politica dovrebbe prestare maggiore attenzione, peraltro in aderenza ai dettami europei dello Small Business Act che recita proprio “Think Small First”, pensare anzitutto in piccolo".
"Auspichiamo – conclude Crosetto - che in sede di conversione del testo, in discussione in questi giorni, vengano apportati i correttivi richiesti dalle associazioni imprenditoriali e nei prossimi mesi venga realmente affrontato il nocciolo della questione, cioè la riduzione del “cuneo fiscale”, a vantaggio sia delle imprese che dei lavoratori. Voglio ricordare come il costo del lavoro incida per più del 40% rispetto alla retribuzione lorda. Un tema dichiarato prioritario da ogni Governo negli ultimi anni, ma sul quale non si sono prodotti risultati significativi. Sarà questa la volta buona?".