Distinguere i pazienti ricoverati in ospedale “per Covid” da quelli “con Covid”. Un dibattito sollevato a più riprese dall’inizio della pandemia, raccolto ora anche dal Dirmei del Piemonte. Dal Dipartimento Interaziendale Malattie ed Emergenze Infettive ieri, martedì 11 gennaio, è stata inviata una nota diretta a tutti i direttori generali di Asl, Aso e strutture private. “
Si definisce affetto da malattia Covid solo il soggetto che, positivo al test antigienico o molecolare, presenti sintomatologia e diagnostica compatibile con la malattia Covid”, si legge nella nota, che cita poi uno studio recentemente pubblicato da
Fiaso, secondo il quale il 34% dei pazienti Covid sono in realtà in ospedale per altri motivi (traumi, infarti o altre patologie) ma risultano positivi al tampone al momento del ricovero. Il dati emerge da uno studio sui ricoveri di sei grandi aziende ospedaliere e sanitarie: Asst Spedali civili di Brescia, Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, Irccs Aou di Bologna, Policlinico Tor Vergata, Ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino e Policlinico di Bari.
L’indicazione arrivata dal Dirmei è quindi di scorporare queste due tipologie di pazienti. Applicando tale percentuale ai dati odierni del Piemonte, i pazienti con malattia Covid sarebbero 1.262, contro i 1.911 segnalati al Ministero. Questa differenziazione porterebbe la percentuale di occupazione dei posti letto di area medica dall’attuale 32,8% al 21,6%. I restanti pazienti sarebbero comunque ricoverati per le altre problematiche di carattere non infettivo.
“I ricoverati per altra patologia che si politicizzano al Covid, ma senza sintomi di malattia Covid, attualmente devono essere isolati secondo le norme vigenti, ma non dovrebbero essere conteggiati come malati Covid”, scrive il Dirmei nella sua nota. Seguendo queste indicazioni il Piemonte potrebbe mantenere parametri da zona gialla, scongiurando (o rinviando) il passaggio in arancione.