Pubblichiamo integralmente il discorso pronunciato dalla sindaca di Cuneo Patrizia Manassero stamattina al Teatro Toselli, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 25 aprile.
Signor Presidente, a nome mio, dell’Amministrazione Comunale e dei cittadini, desidero rivolgerLe un caloroso benvenuto a Cuneo: insieme con i sindaci di Borgo San Dalmazzo e Boves siamo profondamente onorati di averLa ospite oggi nel nostro territorio in una giornata così importante. Buongiorno a tutte e tutti voi presenti, alle autorità civili, militari e religiose, alle associazioni combattentistiche e partigiane. Un saluto ai colleghi sindaci della provincia, dai comuni più grandi a quelli più piccoli, dai più lontani ai più vicini.
Cuneo è una delle 50 città italiane insignite della Medaglia d’Oro al Valor Militare per l’ingente contributo reso, con la collaborazione degli Alleati, per la liberazione del Paese dall’oppressione nazifascista. Nel Cuneese, migliaia di donne e uomini combatterono guidati dalle parole dell’eroe nazionale Duccio Galimberti, che il 26 luglio di 80 anni fa tenne l’audace discorso dal balcone della sua casa nella piazza oggi a lui dedicata. Galimberti ebbe la straordinaria capacità di organizzare la Resistenza e al contempo pensare al dopoguerra, prospettando già allora l’idea di un’Europa unita, democratica e di pace. Cuneo pagò cara la lotta al nazifascismo, con tanti sanguinosi eventi che causarono 2000 caduti, 1000 assassinati, 2200 invalidi e 1400 deportati, segnando indelebilmente la storia
della città.
Il 25 aprile per noi non è quindi una semplice festività in cui gli adulti non lavorano e i giovani non vanno a scuola. Noi cuneesi possiamo dire di avere la Resistenza nel sangue: i genitori (tra cui il mio) o i nonni di tanti di noi, furono infatti giovani partigiani e staffette, e tanti di noi portano oggi i loro nomi e cognomi. Riviviamo poi la Resistenza tutti i giorni in città: ai combattenti per la libertà abbiamo intitolato nel corso degli anni il 10% delle vie e affisso oltre
25 lapidi commemorative, tra cui quella riportante il noto componimento di Piero Calamandrei, scritto in segno di imperitura protesta per la scarcerazione del criminale nazista Kesserling. Come ha potuto notare Lei stesso poco fa, sono state realizzate inoltre testimonianze imponenti come il Monumento della Resistenza e il Museo Casa Galimberti, che ci permettono di fare Memoria sull’orrore della guerra e sull’importanza della pace. Valori, questi, che i nostri insegnanti tramandano alle nuove generazioni tutto l’anno, con visite e viaggi della memoria, e che manteniamo vivi in eventi pubblici, come il progetto Resistenze e la tradizionale fiaccolata del 24 aprile. La Storia ci insegna a non abbassare mai la guardia: se oggi Cuneo è fiera e non ha paura a dire di essere antifascista,
non dobbiamo mai dimenticare che il fascismo cominciò dalle azioni di pochi nel silenzio di molti.
Perciò non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle nuove Resistenze di oggi, che hanno il volto delle donne iraniane e afghane che sfidano le autorità dei loro Paesi per poter vivere libere la loro vita; dei bambini, donne e uomini che nel Mediterraneo subiscono soprusi, sono privati di diritti e dignità e molte volte della vita; del “coraggioso popolo ucraino” che sta combattendo una feroce guerra per difendere la propria terra. Giuseppina Parola, una delle tante donne cuneesi operative durante la Resistenza nel servizio di spionaggio, disse: “Le guerre non devono esistere, siamo tutti uguali in questa terra benedetta. La guerra è un immenso crimine, dobbiamo smettere di ucciderci”. Quelle parole restano vere: a noi il dovere di far crescere un’Italia che sia luogo di libertà, giustizia e pace.
Quindi grazie signor Presidente per la Sua presenza oggi, che rende ancora più solenne e attuale questa 78a Festa della Liberazione.
Viva la Resistenza, viva la Repubblica, viva l’Italia!
Patrizia Manassero
Sindaca di Cuneo