Franco Graglia, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, ha detto la sua sulla prima serata del Festival e sulla scelta di Achille Lauro di inscenare un finto battesimo sul palco dell'Ariston. Fin dalle sue prime apparizioni a Sanremo il cantante veronese ha spesso indispettito il mondo cattolico con spettacoli ritenuti “provocatori e blasfemi” e anche l’esponente di Forza Italia, fedelissimo del governatore piemontese Alberto Cirio, si è sentito toccato dall’esibizione del musicista veronese, in gara con “Domenica”: “Come politici è nostro dovere interrogarci se una trasmissione pubblica possa mandare in onda, in mondovisione, come prima esibizione peraltro, quella di un artista divisivo e che non riesce a rispettare le sensibilità di milioni di italiani - ha commentato l’ex sindaco di Marene -. La Rai è un servizio pubblico, come tale è chiamata alla sobrietà e al rispetto di tutti. Proprio ieri è stato dedicato un importante spazio contro i razzismi, non è che si possa predicare da un lato contro il razzismo e dall’atro permettere sceneggiate che inneggiano al razzismo verso chi è cattolico”.
Il numero due di palazzo Lascaris ha annunciato che presenterà una mozione in Consiglio regionale. Da Graglia anche un commento sull’editoriale del quotidiano vaticanista “L’Osservatore Romano”: “Mi trovo assolutamente d’accordo con la replica pacata, ma tombale, pronunciata di fronte alla performance laicista e blasfema del cantante Achille Lauro”. L’altro giorno il giornale edito nella Città del Vaticano aveva scritto: “Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L’Osservatore è L’Osservatore. E in questo caso si limita ad osservare che, volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta”. Conclude Graglia: ”Parole sagge e di una profondità millenaria che rendono ancora più piccola l’esibizione di un cantante che deve ricorrere al dileggio e alla caricatura del sacro per raggiungere qualche like in più della società nichilista in cui viviamo”.