Un fiume di penne nere che attraversa la città di Cuneo, da piazza della Costituzione a via Roma. I festeggiamenti per i cento anni della sezione di Cuneo dell’Associazione Nazionale Alpini hanno toccato il loro culmine stamattina, con la sfilata dei gruppi della provincia e di numerose rappresentanze da tutta Italia.
Un corteo simbolicamente aperto dal reduce Giuseppe Falco di san Rocco Castagnaretta, 102 anni compiuti solo qualche settimana fa, e chiuso dai giovanissimi. Sul palco i discorsi delle autorità, tra cui il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che, riprendendo le parole del senatore Giorgio Maria Bergesio, chiede il ripristino della leva militare: “Se ai nostri giovani togliessimo di mano il telefonino e gli mettessimo un cappello alpino probabilmente avremmo figli migliori” dice Cirio, ricordando che “gli alpini non sono solo alpini: quando tolgono il cappello degli alpini mettono la maglia della protezione civile, dei volontari del sangue, della pro loco e si impegnano con amore disinteressato per le loro comunità. Veniamo da anni difficili ma gli alpini ci sono sempre stati vicini, per questo gli diciamo grazie”. Il governatore ha ricordato che sono in corso i lavori di ultimazione del memoriale della Divisione Alpina Cuneense: “Saremo pronti per l’autunno e sarà un tributo fondamentale a tutti i giovani che non sono ritornati nelle loro case”.
“La Brigata Taurinense marcerà a fianco a voi” afferma, porgendo i suoi auguri, il comandante del reparto generale Enrico Fontana: “Rappresento un sodalizio di valori, quello tra gli alpini in armi e i congedati, i reduci, i veterani: facciamo lo stesso lavoro con modalità diverse e quello che ci unisce è il nostro cappello alpino”. Il presidente nazionale dell’ANA Sebastiano Favero raccoglie con soddisfazione la proposta di Cirio e Bergesio: “Chiediamo al parlamento e al governo il ritorno di un servizio obbligatorio, certamente fatto in maniera diversa ma pensato per i giovani. Lo dimostriamo con i nostri campi scuola: i giovani sono disponibili, basta dare loro l’opportunità”.