Per qualsiasi Peveragnese il 10 gennaio non sarà mai un giorno qualunque. Se sei cresciuto qui o hai avuto la fortuna di viverci parte della tua vita, udire o leggere quella data provoca un immediato sussulto. La memoria porta subito alla pagina più triste della storia del paese, ad una delle pagine più tristi della storia dell'uomo, ottimamente raccontata da Giovanni Magnino nel libro "L'Eccidio della Paschetta".
Siamo nel 1944, un lunedì mattina normale, come può esserlo durante una guerra. I Peveragnesi affollano il mercato per ritrovarla quella normalità rubata e per andare magari alla ricerca di qualche piccola gioia alimentare che, per qualche effimero momento, rappresenti una luce in quel periodo buio.
Intorno alle ore 10 di lunedì 10 gennaio 1944 a Peveragno fanno irruzione i Tedeschi. Sono dotati di una colonna di mezzi blindati e di artiglierie "come se dovesse affrontare chissà quali truppe nemiche e non una popolazione sbigottita e inerme" racconta Magnino. Iniziano a sparare a scopo intimidatorio, a controllare i documenti, ad istituire posti di blocco ed a bruciare le case. Uccidono le persone che tentano di scappare e ne raggruppano altre per ucciderle fucilandole a gruppetti. Un uomo muore perchè ferito non può ricevere le cure necessarie, un altro ancora colpito da un collasso. Alla fine della mattanza saranno trenta le vite interrotte così, senza un perchè. O meglio, nella folle logica di chi lo ha compiuto, un motivo ovviamente c'era e se ne dibatte da decenni.
Le versioni sono diverse e naturalmente discordanti. Ma che importanza ha? Come si può anche solo cercare di trovare una spiegazione che giustifichi un atto del genere? Molto più importante ricordare, documentare, raccontare e spiegare alle nuove generazioni ciò che avvenne 74 anni fa perchè ciò non accada più. Nella giornata di sabato 14 gennaio, al mattino con una commemorazione nella piazza a loro dedicata (XXX Martiri) ed alla sera con un interessante evento di musica e racconti sul tema presso la Confraternita, Peveragno ricorderà i suoi trenta martiri.
Lorenzo Ambrosino, Matteo Campana, Antonio Cavallo, Marco Dalmasso, Michele Dho, Battista Ellena, Giovanni Garro, Orlando Garro, Battista Garro, Michele Ghisolfi, Bartolomeo Giorgis, Giovanni Giorgis, Giuseppe Giorgis, Giovanni Grosso, Giovanni Grosso di Regione Agnella, Giovanni Grosso di Tetti Gallina, Giuseppe Grosso, Donato Macagno, Giacomo Macagno, Giovanni Macagno, Paolo Marro, Giuseppe Musso, Michele Peano, Rosario Pontieri, Francesco Re, Domenico Righi, Secondo Rossi, Giuseppe Tassone, Mario Tassone e Costanzo Toselli: Peveragno non dimentica, Peveragno non vi dimentica.