CUNEO - Il miele dalla Cina costa un euro al chilo (e affossa la nostra “bee economy”)

Coldiretti Cuneo denuncia l’import di prodotti stranieri di bassa qualità: nel 46% dei casi si usano sciroppi zuccherini, additivi e coloranti proibiti dall'Ue

Redazione 03/04/2024 15:35

Il miele cuneese e nazionale, oltre a scontare gli effetti deleteri del cambiamento climatico che negli ultimi anni ha moltiplicato gli eventi estremi, vive da tempo problematiche di mercato subendo l’import sleale di prodotti stranieri di bassa qualità a prezzi stracciati, come quello cinese che viaggia poco sopra l’euro al chilogrammo. È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo, che ricorda come nell’ultimo anno, secondo dati dell’Osservatorio Miele, siano arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero a fronte di una produzione nazionale stimata in 22 milioni di chili, che ha risentito degli effetti del clima.
 
Una mole di prodotto straniero finita nel mirino di un’indagine della Commissione UE che - spiega Coldiretti Cuneo - ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conforme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica. Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina (66 su 89, pari al 74%), mentre il Paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia (14 su 15, pari al 93%).
 
“Un dumping insostenibile - dichiara il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada - ai danni del comparto apistico cuneese, tassello importante della nostra economia agricola, che vede il Piemonte collocarsi al primo posto tra le Regioni d’Italia per numero di produttori e produzione, pur subendo le criticità che hanno investito il settore a livello nazionale”. Nella Granda, secondo le elaborazioni di Coldiretti Cuneo sui dati dell’ASL CN1, dell’ASL CN2 e dell’Anagrafe apistica nazionale, sono attivi 1.700 apicoltori, di cui poco meno della metà professionisti, che curano quasi 8.000 apiari. La cosiddetta “bee economy” rappresenta una traiettoria di futuro con una forte spinta all’innovazione soprattutto tra i giovani.
 
“Occorre che in Europa venga introdotto il principio di reciprocità - afferma il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu - affinché tutto il miele che entra nel nostro Paese rispetti le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, qualità, tutela dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori che vigono in Italia. Ai consumatori ricordiamo di leggere con attenzione l’etichetta, poiché l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, e di privilegiare gli acquisti presso i punti di vendita diretta in azienda o nei mercati Campagna Amica per sostenere gli apicoltori cuneesi, la loro attività di presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape”.
 
Il miele prodotto sul territorio nazionale è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola “Italia” deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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