“Anche in Piemonte l’aumento dei contagi è allarmante, misure rigorose sono necessarie e sappiamo che possono avere effetti positivi. La salute dei cittadini è la priorità assoluta: quando c’è questa su un piatto della bilancia, dall’altra parte si può sacrificare qualsiasi cosa, però il lockdown generale deve essere la soluzione estrema. Dobbiamo avere la capacità di intervenire in modo mirato là dove si presenta il problema: in una provincia, in un Comune, anche in un quartiere. Dobbiamo evitare di bloccare tutta la regione, il nostro paese non si può permettere un altro lockdown come quello che abbiamo vissuto”. Lo ha detto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, intervenuto stamattina su Rai News, durante la trasmissione Studio 24, commentando gli ultimi sviluppi della situazione sanitaria in Italia e nella nostra regione.
Temi “caldi”, in un momento in cui i contagi da Covid-19 hanno ripreso a salire vertiginosamente, quello della scuola e quello dei trasporti scolastici: “In un paese normale, - ha detto l’ex europarlamentare albese - se si vogliono far salire meno persone su un pullman, si aumentano i pullman, non si riduce il numero di persone che va a scuola. Noi non siamo evidentemente un paese normale. Noi ci troviamo ad oggi in una situazione in cui il Governo non ha potenziato i trasporti scolastici. L’apertura delle scuole deve essere difesa fino all’ultimo, ma di fronte al rischio di non garantire il mantenimento delle distanze i ragionamenti sulla didattica a distanza, specie per quanto riguarda gli ultimi anni di scuole superiori, sono sul tavolo, ieri lo abbiamo fatto presente al Governo in Conferenza delle Regioni”. Dal presidente della Regione Piemonte, insomma, arriva una decisa stoccata indirizzata all’esecutivo nazionale: “Già da luglio il presidente Bonaccini (presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, ndr) aveva avvertito il Governo sul fatto che sui mezzi di trasporto scolastico la situazione sarebbe esplosa. Se le corse non vengono aumentate bisogna per forza cercare altre soluzioni. Fermare lavoro e scuola equivarrebbe a fermare il paese”.