La notizia era nell’aria da tempo, ma soltanto negli ultimi giorni è stata confermata: la gestione del Filatoio di Caraglio passa dal 1° marzo alla Fondazione Artea. La Fondazione Filatoio Rosso, costituita nel 2001 per il recupero del setificio più antico d’Europa, sarà messa in liquidazione. Esce così di scena un altro dei protagonisti dello straordinario progetto di valorizzazione del Filatoio. Marcovaldo, infatti, era già uscito nel 2016. E proprio l’associazione Marcovaldo, insieme al Comune di Caraglio, era stata una degli artefici del Comitato per la rinascita del Filatoio nel 1998 e poi della Fondazione Filatoio Rosso.
Non è certo una novità il passaggio a Fondazione Artea: già dieci anni fa la Regione Piemonte lo aveva perorato, nell’ambito di un processo di “razionalizzazione” delle risorse e di riorganizzazione degli enti culturali in qualche modo partecipati o fortemente sostenuti dalle casse regionali. Il Conte D’Agliano, allora presidente della Fondazione Filatoio Rosso, si era sempre strenuamente opposto a questa eventualità, rivendicando la necessità di mantenere a Caraglio la governance del Filatoio.
Ma i tempi sono cambiati: il conte non c’è più, è venuto meno il tradizionale sostegno della Compagnia di San Paolo alla Fondazione Filatoio, l’attuale Amministrazione del Comune di Caraglio vede incombere sui suoi bilanci il rischio dei forti costi di gestione del Filatoio e cerca di scongiurarlo in ogni modo. In realtà il temuto disavanzo della Fondazione Filatoio non è così grave, per un ente che gestisce un bene importante come il setificio: circa 120 mila euro, che paragonati ai disavanzi dei bilanci di altri importanti enti culturali piemontesi non fanno certo impressione, almeno agli addetti ai lavori. Hanno affrontato e superato problemi analoghi gli amministratori di altri enti culturali non distanti da Caraglio. Non si può non notare, però, che finora la Regione e le Fondazioni torinesi sono sempre intervenute, soprattutto per enti culturali torinesi fortemente indebitati, con sostanziosi contributi che hanno permesso agli enti di proseguire le loro attività, nonostante debiti ben più cospicui. Nel caso del Filatoio, però, sempre a Torino (solo a Torino?), qualcuno ha deciso che il setificio dovesse passare di mano e ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti, con un esito scontato: la Fondazione Filatoio deve chiudere. E si aprono, o meglio si riaprono, le porte a Fondazione Artea.
Si riaprono perché la sede legale di Artea è sempre stata al Filatoio e lì aveva i suoi uffici, fino a quando li ha trasferiti a Cuneo, pochi anni fa. Dal 1° marzo 2023 sarà Fondazione Artea, in ogni caso, la principale artefice del destino del Filatoio, insieme al Comune di Caraglio che ha chiesto di assumere lo status di “socio fondatore successivo” (ai sensi dell’art.3 dello statuto) di Artea, per avere più voce in capitolo nelle decisioni che riguarderanno il setificio. La Fondazione Artea era stata creata nel 2009 dall’associazione Marcovaldo, con l’adesione successiva della Regione Piemonte e di numerosi enti del territorio cuneese. Dopo la chiusura di Marcovaldo, nel 2016 era stato rivisto lo statuto e la Regione Piemonte era diventata l’unico socio fondatore. Nel 2022 il Comune di Cuneo è diventato “socio fondatore successivo” e adesso sarà affiancato in questo ruolo dal Comune di Caraglio. Attualmente soci sostenitori sono i Comuni di Saluzzo, Mondovì, Fossano, Savigliano, Busca, Vinadio, Dronero, Lagnasco e Unione Montana Valle Stura, Unione Montana Valle Grana, Unione Montana Valle Maira. Cambieranno, dunque, gli equilibri interni al Consiglio di amministrazione, che è presieduto da Marco Galateri di Genola (in carica dal 2018), e composto da Michela Giuggia, Sandro Gros Pietro, Cristiano Isnardi, Francesca Salvatico.
In base allo statuto, la Fondazione Artea deve rendere migliore la fruizione dei beni e delle attività culturali in provincia di Cuneo, valorizzare il patrimonio culturale immobiliare che le sarà attribuito in uso gratuito dagli enti proprietari, promuovere il sistema dei beni culturali del cuneese, anche all’interno di reti turistiche più ampie. Nel 2021 il bilancio della Fondazione ha fatto registrare entrate e uscite per 1.035.000 euro, con un avanzo di gestione di 1.776 euro. Quasi la metà delle uscite (463.000) ha riguardato spese per il personale (dipendente e non dipendente). La Regione Piemonte ha assegnato nel 2021 un contributo di 700.000 euro. Altri contributi sono stati assegnati da Fondazione CRC (30.000 euro), Fondazione CRT (30.000), Compagnia di San Paolo (25.000), Comune di Cuneo (20.000), Comune di Saluzzo (10.000), Comune di Busca (10.000), Fondazione CR Saluzzo (10.000). Nel 2021 i ricavi da biglietteria erano stati di 6.429 euro, ma grazie alla mostra di Steve Mcurry nel 2022 saranno notevolmente aumentati. Il bilancio previsionale per il 2022, infatti, aumenta le entrate fino a 1.200.000 euro, con un contributo regionale previsto di 900.000 euro.