A marzo scorso, dopo la conferenza d’intenti, ci eravamo lasciati con questa scansione: entro maggio la conferenza dei servizi, a ottobre il bando di gara, nel 2024 l’affidamento dei lavori (previsto per marzo) e l’avvio dei cantieri, in modo da avere il nuovo nosocomio nell’attuale sede del Carle per dicembre 2028. Ma siamo arrivati a ottobre e la “macchina” non è ancora partita. Lo snodo critico è stato il cambio di direttore generale in corsa, dalla dimissionaria Elide Azzan al subentrante Livio Tranchida, nominato commissario. In base alla scansione temporale appena annunciata, la conferenza dei servizi - finora rinviata all’autunno - si terrà entro gennaio del prossimo anno, cioè otto mesi dopo il primo termine indicato.
La consegna dell’ospedale, per capirci, andrebbe a inizio 2029: “Il contratto prevede quello, se chi farà i lavori non vi si atterrà dovrà pagare” dice il presidente, a margine del doppio appuntamento cuneese sulla sanità (dopo l’incontro in Prefettura, c’è stata la presentazione dei progetti di Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo per gli ospedali del territorio). “Con l’incontro di questa mattina in Prefettura - dichiara il governatore - abbiamo attivato un gruppo di lavoro che, anche sulla scorta dell’esperienza fatta per il Parco della Salute di Torino, garantisce la corretta informazione e la giusta trasparenza in tutti i passaggi della complessa procedura di realizzazione del nuovo ospedale. Il commissario Tranchida, che guida l’azienda sanitaria e la stazione appaltante responsabile delle procedure, sta facendo un ottimo lavoro con passaggi e tempi definiti in modo puntuale e preciso”.
Un passaggio, inevitabile, sui ritardi accumulati ancor prima di cominciare: “Abbiamo aggiornato il cronoprogramma a causa del rincaro dei prezzi delle materie prime e dell’aumento del costo del denaro che colpiscono tutti i settori: pertanto la conferenza dei servizi annunciata per l’autunno sarà convocata a gennaio. Un ritardo di pochi mesi che però serve per fare le cose bene ed evitare di perdere soldi e allungare i tempi di realizzazione delle opere come già avvenuto in passato: e io lo so bene, visto che nella mia città, Alba, per costruire l’ospedale ci sono voluti vent’anni”.
“È necessario in queste procedure mantenere il dovere di riservatezza, - aggiunge ancora - abbiamo però anche il dovere di informare in modo trasparente le istituzioni. Per questo il 12 ottobre il commissario Tranchida incontrerà i rappresentanti del comune di Cuneo e a seguire l’assemblea dei sindaci”. A proposito di sindaci, quella di Cuneo, Patrizia Manassero, accoglie come un passo avanti positivo il fatto che la Regione si ponga il problema di un “piano B”, qualora il partenariato pubblico privato non dovesse andare a buon fine: “La rassicurazione sul fatto che ci sia un piano B fa sì che l’eventuale chiusura di quell’ipotesi non ci porti in una voragine. Ottimista sul cronoprogramma? Direi piuttosto che sono attenta”.