Fino alla fine del secolo scorso i Comuni italiani erano ancora oberati dalla necessità di sopperire alla mancanza di urbanizzazioni. In generale erano da realizzare in tutto od in parte acquedotti, fognature, strade urbane, asili, scuole, cimiteri compresi. Dagli anni 2000 in poi gran parte di queste infrastrutture era fatta, si trattava e si tratta ancora adesso di porre mano a completamenti, miglioramenti e manutenzioni.
Purtroppo in Italia, le manutenzioni sono normalmente dimenticate nel capitolo degli investimenti dei Municipi o comunque sono considerate come un aspetto minore da tenere ai margini degli investimenti. È un’abitudine legata alla nostra cultura ed in particolare alla diseducazione amministrativa dei nostri amministratori. Infatti, per fortuna non tutti, ma il risultato è che appaiono tutti così, cioè pensano nello stesso modo: con le opere di manutenzione non si prendono i voti, viceversa con nuove opere il cittadino viene attratto dalla meraviglia. È anche per queste ragioni che sono state disseminate sul nostro bel suolo italico molte cosiddette cattedrali nel deserto.
Gli enti locali hanno oggi, rispetto al passato, molte risorse da destinare alla spesa, e avrebbero pertanto la capacità finanziaria di coprire molti investimenti. Tuttavia essi preferiscono per una ragione, del tutto analoga a quella che abbiamo appena descritto, cioè di discrimine fra manutenzione ed investimenti, scegliere la strada della spesa corrente per finanziare feste e manifestazioni delle più diverse specie. Mi è capitato di vedere in un paese delle nostre montagne la sagra della birra e della pizza, ovvero del nulla rispetto alle tradizioni del territorio. Anche se un po’ ostico, per chi non ha mai amministrato un Comune, questo preambolo è utile per raccontare che se le città sono amministrate bene, oggi hanno le risorse per fare anche buone manutenzioni. Infatti esse possono essere realizzate con progetti mirati che permettono un finanziamento a medio termine e quindi postate a bilancio fra gli investimenti. Il nostro capoluogo non possiamo certamente catalogarlo fra le città che hanno saputo cogliere l’opportunità di una concreta e costante opera di manutenzione. I corsi cigliari, da alcuni decenni sono accuditi superficialmente, le leie, ovvero i viali sono lasciati al loro destino, viale Angeli subisce anche nuove trasformazioni urbanistiche, impensabili almeno fino a 40 anni fa. Da qualche anno gli amministratori si sono accorti che le autovetture sarebbe meglio parcheggiarle nel sottosuolo piuttosto che lasciarle lungo le strade del centro città. Pertanto, messa la sordina, a chi straparlava di parcheggi di testata si è ritornati a proporre i parcheggi in centro città.
I cuneesi hanno accolto la proposta del parcheggio di piazza Europa dividendosi come d’abitudine nelle due fazioni di favorevoli ed oppositori. Purtroppo il parcheggio proposto non è stato individuato nel luogo più adatto e soprattutto il progetto si è sviluppato nel sottosuolo di una parte della piazza e guarda caso quella alberata. È evidente che anche al cittadino più distratto sorgono spontanee alcune domande che rivolgo agli amministratori: ma perché volete distruggere il giardino esistente? Perché non realizzate il parcheggio sulla metà della piazza asfaltata e lasciate stare quell’area verde così com’è? Perché anziché sconvolgere piazza Europa non utilizzate il sedime di via XX settembre? Quest’ultimo è di superficie maggiore della parte di piazza Europa che volete trasformare ed ha il vantaggio che è un parcheggio su cui affacciano residenze e scuole ed è molto vicino all’ospedale. Infine, non vi pare opportuno, alla luce del Piano Regolatore, fare una verifica aggiornata e decidere in modo razionale una priorità per i siti da destinare a parcheggi interrati e evitare la casualità delle proposte e delle conseguenti scelte? Da ultimo è possibile immaginare per un parcheggio che è parte della nostra realtà urbana, e che nonostante sia stato per anni ostracizzato oggi, a oltre 40 anni dalla sua costruzione, il Comune possa fare una opera di manutenzione totale della piazza Boves?
Nel 1995 quando il Partito comunista, che allora forse si chiamava PDS, vinse le elezioni aveva sbandierato un intervento immediato di ristrutturazione della piazza. Sono passati alcuni sindaci, tutti espressione di quella stessa maggioranza che aveva vinto quelle elezioni e per quella piazza nulla è stato fatto. È troppo chiedere che finalmente il Comune dia attuazione a quell’impegno avendo vinto ancora una volta con un sindaco PD le elezioni della scorsa primavera. Qualche giorno in meno con la manifestazione di piazza (le tante feste che ogni anno si organizzano in città) e a cominciare da piazza Boves, qualche angolo di città meglio manutenuto.