MONTEROSSO GRANA - "Il pastore non può convivere con il lupo"

Le riflessioni di un'allevatrice di Monterosso Grana dopo un attacco in cui sono state uccise diciotto delle sue pecore: "La razza a rischio di estinzione è quella della gente di montagna, non il lupo"

Redazione 22/12/2021 08:49

Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di un’allevatrice di Monterosso Grana.
 
È una giornata chiara d’autunno, quando la stagione che avanza segna già di ombre nere le rocce e i boschi si tingono dei colori più vivi; nei valloni la prima brina e in alto tra le rocce l’erba che già ingiallisce sotto il cielo sereno di ponente. Giorni limpidi, fatti per sognare. Salgo con le pecore a cercare ancora un po’ d’erba lungo una gorgia dove “la baucho” rimane verde tra le rocce. Ma le mie pecore non arriveranno mai nei pascoli alti…
 
(seguono fotografie di pecore uccise dagli attacchi dei lupi, ndr) Questo è il mio montone sambucano, razza a rischio d’estinzione; tre anni, selezionato resistente alla scrapie; questa è la mia pecora, Crèmo, un “noujoùn” (novella): non aveva ancora un anno, in primavera avrebbe partorito un agnello nuovo; questa era Canèlo, anche lei una femmina di rimonta di appena 10 mesi; questo è quanto rimane di una pecora con il suo agnellino; questo è Sansone, giovane montone di un anno, anche lui sambucano, selezionato resistente alla scrapie…
 
Potrei continuare: diciotto animali mi hanno ammazzato i lupi quel giorno, in un pomeriggio chiaro d’autunno, fatto per raccogliere i sogni belli per l’inverno: la stagione sta per finire, le pecore sono gravide, già le mammelle si ingrossano, fra poco avrò tanti agnellini e sarà un bel presepio nelle stalle tiepide. Già! C’era un branco di lupi ad attendermi; e i lupi fanno i lupi: mangiano le pecore. Ma gli uomini dovrebbero essere uomini, non vigliacchi. Leggo in questi giorni gli articoli traboccanti di ira scandalistica contro qualcuno che per sbaglio ha ucciso un giovane lupo in dispersione vicino alle case: è peggio di un assassino! Povero lupo, ucciso da un colpo di fucile! Perquisizioni, sequestri di cartucce e di armi, multe: quanti soldi pubblici spesi, quanto dispiegamento di forze; sembra si parli di un rastrellamento dei tedeschi contro i ribelli nell’ultima guerra, come mi raccontava nonna. Ma avete visto le foto delle mie pecore: credete che abbiano sofferto meno di quel lupo, per morire? Quanta gente si è mossa per soccorrerle? Quanti soldi ha speso la società “bene”, “ecologista”, con un santo senso etico della giustizia e del bene comune? Niente. La colpa è sempre del pastore che non ha fatto bene il suo lavoro, non ha custodito bene le pecore, non ha messo in atto le giuste misure di prevenzione, non ha i cani sufficienti, NON sa convivere con i lupi! Sull’altare del perbenismo ecologista la gente della montagna, i pastori, novelli Abramo, sacrificano giorno per giorno le loro creature e sé stessi. Sono la gente della montagna, i pastori, la razza a rischio di estinzione. Il lupo NON è più un animale a rischio di estinzione: solo in Piemonte sono presenti circa 500 lupi, quanti in tutta la Francia.
 
Molti lupi ormai (oltre il 70% in alcune regioni) sono ibridi, incroci con cani, e in quanto tali non dovrebbero essere protetti, poiché minacciano la biodiversità stessa del lupo; inoltre sono molto più pericolosi, perché confidenti con l’uomo. I lupi stanno perdendo la paura dell’uomo e questo non è più secondo natura. Il pastore NON può convivere con il lupo. Sul lupo sono state costruite enormi speculazioni economiche, business che rendono molto: in realtà a chi finge di proteggere il lupo non interessa nulla del lupo, ma dei soldi – milioni di euro – che crescono attorno all’immagine del lupo. Per questo ormi l’uomo conta meno del lupo. A chi importa qualcosa delle nostre pecore, di noi pastori, di noi gente di montagna?
 
Lettera firmata

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