Riceviamo e pubblichiamo.
Caro Direttore, le inviamo questa riflessione che non sarebbe riassumibile in un semplice e breve comunicato stampa. Alla fine, dopo tanto affannarsi, il topolino ha partorito una montagna. No, non è un errore, è proprio così e ora anche i mezzi di informazione (e non solo gli avversari politici, che, per definizione e ad uso di propaganda, sono sempre "contro") se ne sono accorti. Il documento della Regione Piemonte con le proposte territoriali per il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), frutto di incontri, scampagnate, strette di mano e pacche sulle spalle ad opera del presidente Cirio, contiene una montagna di progetti, dei quali ben pochi in linea con la programmazione richiesta dall'Unione Europea e ben poco armonizzati tra loro. C'è di tutto in questo documento, tranne quanto dovrebbe esserci: una seria programmazione sulla base dei macro obiettivi da raggiungere.
Una sequela di progetti e progettini, uno spezzatino indefinito, buono per avere visibilità sui singoli territori (ma territorio è già un concetto alto), interventi spesso fini a se stessi e di respiro comunale (altro che Piano Nazionale). Noi l'abbiamo già detto e qui lo riaffermiamo: questo documento regionale porterà a ben poco, perché alla sua base non c'è un serio lavoro di esame delle criticità e dei punti di forza regionali, ma è frutto di una logica propagandistica e clientelare, che gioca sui campanilismi per lucrare scampoli di consenso. Non tutte le colpe sono da ascriversi alla compagine che oggi governa la Regione; un documento di questo tipo è anche frutto della debolezza delle strutture territoriali, Comuni e Province, che nella maggioranza dei casi (per il continuo svuotamento di personale e di risorse) non sono più in grado di gestire partite complesse e di area vasta; ma anche su questo fronte si palesa la mancanza di visione della attuale Giunta, che avrebbe dovuto chiedere ai tanti soggetti interessati di ragionare collettivamente, di mettere insieme le poche singole competenze, di fare squadra per elaborare progetti d'insieme; invece, nulla: si è preferito andare "porta a porta" promettendo a tutti mari che si riveleranno irraggiungibili e monti che saranno troppo alti.
Per colpa della pandemia, gli ingenti finanziamenti europei sarebbero lo strumento per superare i problemi e rilanciare l'Italia (e il Piemonte); ci sembra però che, almeno nella nostra Regione, si rischi seriamente di perdere questa grande e irripetibile occasione. Presidente Cirio, i Piemontesi si meritano qualcosa di meglio del documento sul PNRR da Lei tanto sbandierato.
La Segreteria Provinciale Pd