Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Alberto Coggiola, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Cuneo.
Egregio Direttore,
in occasione dello scorso Consiglio Comunale il gruppo “Cuneo per i Beni Comuni” ha presentato un ordine del giorno con riguardo ai trasporti ferroviari nella provincia di Cuneo. Purtroppo per ragioni personali non ho potuto essere presente durante la discussione del suddetto ordine del giorno, per il quale avrei votato favorevolmente. Ma non è sufficiente, perché tante altre volte in passato si è avanzato questo tipo di denuncia e di richiesta.
Il problema dei trasporti ferroviari in provincia di Cuneo, e in primo luogo della linea Cuneo- Ventimiglia, non deve essere affrontato solo come problema eccezionale legato al coronavirus, né deve essere affrontato in termini di contrapposizione politica in Regione fra lo schieramento di centrosinistra e quello di centrodestra. Ho l’impressione che per quanto riguarda la Cuneo-Ventimiglia, negli ultimi tempi l’argomento sia stato trattato – quando è stato trattato - come un impegno affettivo per la sua storia, quasi romantico, e per la sua collocazione ambientale.
La questione di fondo è che il problema dei collegamenti ferroviari è da considerarsi una vera e propria “Questione del Piemonte” - così si può definire – in termini economici e sociali (da quelli produttivi, a quelli dei pendolari, a quelli dei servizi per la collettività). Questo va definito nel merito, negli obiettivi e nelle priorità generali. Ed è un discorso che deve coinvolgere congiuntamente tutte le forze politiche piemontesi, intorno ad un tavolo autorevole di discussione e di decisione.
Per quanto riguarda specificamente la linea Cuneo-Ventimiglia, una delle più importanti linee dell’arco alpino, rilevo che a livello regionale e nazionale da anni si discute – e non voglio parlare dei risultati - di autostrada Asti-Cuneo, ed è sacrosanto, di un nuovo traforo di Tenda, ed è sacrosanto, dell’aeroporto di Cuneo-Levaldigi, ed è sacrosanto, della percorribilità del Colle della Maddalena con la sua variante di Demonte-Aisone, ed è sacrosanto, ma non si agita più di tanto il problema rilevante di questa ferrovia.
Io non voglio richiamare i tempi in cui la linea Cuneo-Nizza era utilizzata anche da treni internazionali, da Nizza a Basilea o da Nizza a Berlino e viceversa passando per Cuneo. Né vorrei invitare a leggere il libro del noto, compianto giornalista cuneese Franco Collidà, “Cuneo-Nizza, storia di una ferrovia”.
Ma voglio riproporre – per riflettere e magari agire di conseguenza, ripeto tutti insieme – alcuni brani sempre attuali sull’importanza dell’oggetto, che un noto personaggio politico della nostra provincia – fortunatamente ancora vivo e consultabile – il senatore Natale Carlotto ha scritto nella sua “Autobiografia politica”: «Sappiamo tutti della scarsa utilizzazione, in questi anni, della linea ferroviaria per Nizza. Permane la preoccupazione che possa essere chiusa.
A questo riguardo sono state attuate varie iniziative italo-francesi e costituiti vari comitati per la sua difesa. Si tratta di una linea ferroviaria importante e strategica che non deve essere soppressa, ma deve essere migliorata e potenziata. Necessita di lavori che sono stati promessi dai Governi italiano e francese, per adeguarla alla percorrenza di treni veloci. Ha dimostrato interesse, in passato, una Società ferroviaria internazionale che ipotizzava una linea di treni da Mortara e Casale Monferrato, passando per Asti, Alba, Bra, Cavallermaggiore, Savigliano, Fossano e Cuneo, fino a Nizza, in prossimità dell’Aeroporto intercontinentale».
E ancora -affermava il senatore Carlotto – ampliando la visione: «Nell’ormai lontano anno 1994, dal Centro Informativo socio-politico “Nuova Europa”, promosso dalla Coldiretti di Cuneo, del quale io ero coordinatore, è stata avviata un’iniziativa tendente a organizzare in treno crociera Torino-Cuneo-TendaNizza e Marsiglia, con riferimenti base organizzativi a Cuneo e Tenda. Per definire il progetto e per costituire la necessaria figura giuridica italo-francese, senza scopo di lucro, per ottenere i finanziamenti previsti dall’Unione Europea Interreg2, è stata indetta a Tenda, il 1491994, come ha annunciato il quotidiano “La Stampa” con un ampio, documentato articolo, un’apposita riunione. L’incontro è stato presieduto dal senatore Josè Balarello, sindaco di Tenda e vicepresidente del Senato di Francia. Era presente l’on. Domenico Comino, ministro per le Politiche comunitarie. Nulla è stato fatto, non tutti, quelli del versante piemontese, hanno manifestato entusiasmo e dimostrato impegno. I fondi europei si sono esauriti».
Da sempre le cose vengono da lontano. Le storie, le denunce, gli appelli, si ripetono e si rincorrono, e purtroppo col tempo si affievoliscono, si esauriscono. Ecco perché non spero tanto negli ordini del giorno inviati per dovere d’ufficio a singoli parlamentari, assessori e autorità varie. Ecco perché diffido delle contrapposizioni politiche, dei giochi allo scavalco, delle iniziative unilaterali su questioni di questo tipo che sono rilevanti. In più, con lo scardinamento del ruolo della Provincia, in questi anni il nostro territorio ha perso anche un prezioso, indispensabile punto di riferimento e di pressione.
Torniamo a volare alto. Mobilitiamoci tutti assieme per affrontare e risolvere finalmente questa “Questione Piemonte”, che può partire da Cuneo.
Avv. Alberto Coggiola
Consigliere Comunale di Cuneo Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia