CUNEO - Il sindacato degli infermieri: ''La fase 2 deve prevedere la presa in carico del paziente sul territorio''

L'intervento del segretario regionale Nursind Francesco Coppolella. ''La sanità del Piemonte non può passare da ospedalocentrica a medicocentrica''

27/04/2020 09:14

 
"Forse ancora non si è compreso bene di cosa c’è bisogno e di quali sono i reali bisogni di cura dei cittadini, nonostante questa emergenza li abbia portati completamente in evidenza. La fase due deve prevedere la presa in carico del paziente sul territorio e a domicilio, soprattutto per quel che riguarda le persone anziane, spesso accompagnate da malatte croniche". Così Nursind, per voce del segretario regionale Francesco Coppolella
 
"Nel 2002 dati ISTAT, gli ultrasessantacinquenni in Piemonte erano 895.861, nel 2019 sono 1.112.742 su una popolazione di poco piu di 4 milioni. L’indice di vecchiaia è passato da 175,8 a 205,9. Si stima che la popolazione anziana nei prossimi ventanni sarà l’unica a crescere. Nei prossimi 20 anni ( IRES PIEMONTE ) gli ultra 65 aumenteranno del 16,9% mentre gli ultra 75 del 11,9 per un complessivo invecchiamanto della popolazione vicino al 30%. L’nvecchiamento della popolazione e l’allungamento dell’aspettativa di vita porta inevitabilmente a l’instaurarsi una o piu patologie croniche nei soggetti anziani che rappresentano le nostre fragilità", prosegue Coppolella.
 
"L’emergenza coronavirus ha dimostrato invece la fragilità del nostro sistema regionale nel rispondere a questo bisogno di cura, la necessità di una presa in catico totale del paziente. Come abbiamo potuto vedere, presa in carico non vuol dire solo fare diagnosi e prescrivere terapie ma una cosa decisamente piu complessa che necessita di risorse e competenze dando centralità al paziente. Abbiamo bisogno di potenziare l’assistenza domiciliare e quella delle residenzialità. C’è bisogno di professionisti presenti e competenti in grado di valutare lo stato di salute e i bisogni della persona, facilitare i percorsi nei diversi servizi, erogare interventi assistenziali personalizzati alla persona, verificare e monitorare i risultati e i percorsi di continuità assistenziale tra sociale e sanitario, tra ospedale e territorio , residenziali e semi-residenziali e tanto altro ancora".
 
E conclude: "La risorsa e le competenze infermieristiche sono necessarie e fondamentali nella riorganizzazione che la nostra sanità dovrà per forza di cose impegnarsi ad attuare nell’immediato. L’emergenza la reso visibile. Non è possibile e concepibile che si debba servire del pronto soccorso o di un letto ospedaliero per fare cose che si possono fare a casa o nelle rsa, prima , meglio e bene monitorando il percorso e gli esiti. Ci renderemo subito disponibili per fare avere il nostro contributo alle istituzioni attraverso un documento che contenga proposte concrete e costruttive".

c.s.

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