PIASCO - ''Il sindaco di Piasco chieda scusa sulla vicenda dell'assessore condannato''

Ci scrive il gruppo 'Piasco per Passione'. ''Sarebbe un gesto corretto e democratico, per rifondare con serenità un dialogo chiaro ed onesto''

Redazione 04/05/2020 08:51

Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo consiliare 'Piasco per Passione'.
 
Gentile direttore,
nel consiglio comunale di Piasco del 27 aprile scorso, al punto 6 venivano discusse alcune interrogazioni elaborate dal gruppo consiliare Piasco per Passione.
Una di queste riguardava il caso dell’ex assessore Barbero (precedente legislatura) con la richiesta di conoscere l’esito del processo penale n. 1001/16 R.G. aperto dal Tribunale di Cuneo e seguito dal P.M. dott. Alberto Braghin.
 
L’autorità giudiziaria aveva infatti ritenuto fondato l’esposto del 2016 a firma del gruppo consiliare (capogruppo Paolo Trovò). Pertanto il Tribunale di Cuneo aveva delegato la Guardia di Finanza a procedere con le indagini.
 
Il Giudice per le Indagini preliminari poteva chiedere l’archiviazione del processo ma non lo ha fatto, ritenendo quindi sussistenti gli estremi di reato. 
Il 27 aprile il Sindaco ha risposto (facilmente consultabile sull’albo pretorio on line) e finalmente si è arrivati a conoscere l’esito di questa vicenda: l’ex assessore Barbero è stato condannato dal Tribunale di Cuneo a seguito di emissione di decreto penale di condanna ed ha espiato la pena svolgendo lavori di pubblica utilità.
Quindi Paolo Trovò ha avuto ragione ad inviare l’esposto che – ricordiamo ai lettori – segnalava l’incompatibilità tra la carica di Assessore ai lavori pubblici e la legale rappresentanza della ditta a cui il  Comune di Piasco aveva affidato i lavori. Segnalazione peraltro avvenuta prima in via bonaria a voce, più volte, davanti a numerosi testimoni e in seguito con richiesta di dimissioni nel consiglio comunale del 28.12.2015 (richiesta respinta dall’allora maggioranza guidata da Ponte). Per far rispettare la Legge, il gruppo di minoranza si era visto costretto a rivolgersi al Tribunale. 
 
Sì perché se i membri di minoranza avessero taciuto, sarebbero diventati conniventi di un atto contrario alla Legge. Infatti il T.U.E.L. art. 78, c. 3, afferma “i componenti la giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato”.
 
Quanto maldestramente dichiarato in campagna elettorale l’anno scorso dal Sindaco Ponte sull’operato di Trovò (cosa non si fa per screditare l’avversario) è stato smentito dalla Giustizia e dal Tribunale di Cuneo che ha ravvisato un reato e ha condannato l’ex assessore Barbero.
Sarebbe l’ora che il Sindaco Ponte porgesse le scuse a Paolo Trovò: sarebbe un gesto corretto e democratico, per rifondare con serenità un dialogo chiaro ed onesto.
 
La squadra di 
Piasco per Passione
 

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